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    L’Italia vuole l’Agricoltura 4.0: è boom con 300 soluzioni Hi-tech

    L’ultimo report di settore: con la gestione dei Data più qualità e tracciabilità, meno costi

    di Redazione Open Innovation | 21/02/2019

In Italia è tempo di agricoltura 4.0, quell’agricoltura cioè che prevede l’utilizzo di diverse tecnologie interconnesse per migliorare resa e sostenibilità delle coltivazioni, qualità produttiva e di trasformazione, nonchè condizioni di lavoro. Lo dicono i numeri dell’ultimo rapporto, curato dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia.  

Presentato nella prima metà di febbraio proprio nell’ateneo bresciano, lo studio rivela un vero e proprio boom di soluzioni digitali e tecnologiche per la filiera agroalimentare.

Un mercato dalla crescita esponenziale

Per averne un’idea, basti pensare che nel 2018 il valore del mercato nostrano legato all’Agricoltura 4.0 ha raggiunto un valore compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro - con un’impennata del 270% in un solo anno - pari a circa il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo, generato da oltre 110 aziende fornitrici fra player affermati e startup.

Questo è stato possibile grazie a 300 soluzioni 4.0 già disponibili, orientate soprattutto all’agricoltura di precisione e in misura minore all’agricoltura interconnessa (il cosiddetto Internet of farming), impiegate dal 55% di 766 imprese agricole intervistate nella ricerca.

Particolare interessante: l’età e il titolo di studio non influiscono significativamente sull’adozione di soluzioni 4.0. Insomma non è detto che l’utilizzo di sensori o droni sia appannaggio solo di contadini under 30 o comunque di personale con una formazione specifica orientata alle nuove tecnologie.

Tutti i numeri dell’Agricoltura 4.0

In generale, il mercato dell’Agricoltura 4.0 segnala una crescita netta a livello globale , per un valore 7 miliardi di dollari pari il doppio rispetto allo scorso anno, di cui il 30% generato in Europa.

Per quel che riguarda l’Italia, nello specifico, il suo +270%) è generato all’80% da offerte innovative di fornitori di macchine e attrezzature agricole già affermati nel settore, e per circa il 20% da soluzioni di attori emergenti - soprattutto startup -, che propongono sistemi digitali innovativi e servizi di consulenza tecnologica.

Sul fronte specifico dell’Agricoltura 4.0, l’Osservatorio ha mappato 110 imprese del comparto (74% brand affermati e 26% startup: il 49% delle aziende sono fornitrici di soluzioni avanzate come Internet of Things (IoT), robotica e droni, il 22% di soluzioni di data analysis, il 16% di macchine e attrezzature per il campo, il 7% produce componentistica e strumenti elettronici, mentre nel 3% dei casi sono realtà produttive in ambito agricolo.

Le soluzioni più frequenti sono i sistemi utilizzabili trasversalmente in più settori agricoli (53%), seguite da quelle rivolte al comparto cerealicolo (24%), ortofrutticolo (24%) e vitivinicolo (16%).

Cresce, anche se molto lentamente, l’attenzione per l’internet of farming, abilitato dal 14% delle soluzioni offerte: quasi l’80% delle soluzioni è applicabile in fase di coltivazione, il 13% supporta la fase di pianificazione, il 4% il monitoraggio degli stock e il 3% la logistica aziendale.

Grazie ai Data costi ridotti, maggiore qualità e tracciabilità

“L’innovazione digitale è una leva strategica in grado di garantire maggiore competitività a tutta la filiera, dalla produzione in campo alla distribuzione alimentare, passando per la trasformazione – ha spiegato poi Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood -. Il successo delle imprese agricole passa sempre di più dalla capacità di raccogliere e valorizzare la grande mole di dati che si genereranno, soprattutto per ottenere il controllo dei costi e l’aumento della qualità della produzione. Emerge però ancora poca chiarezza su come sfruttare queste opportunità: serve investire nella creazione di sane competenze, al di là delle mode”.

“Anche nel settore agroalimentare cominciano a emergere chiaramente le opportunità generate da una valorizzazione strategica dei dati - ha rilevato anche Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood -. Il 71% delle soluzioni di Agricoltura 4.0 oggi è in grado di supportare le decisioni facendo leva sui dati anche con sistemi di analytics avanzati e quasi metà degli agricoltori intervistati, il 45%, è cosciente della rilevanza dei dati, ma non ha ancora chiaro come valorizzarli. Una corretta gestione dei dati in digitale, inoltre, è cruciale per la tracciabilità, su cui siamo ancora agli inizi, mentre è già un chiaro fattore di sviluppo per le startup, che li sfruttano nell’85% dei casi analizzati”.

L’identikit dei contadini digitali

Il 55% delle aziende dichiara di utilizzare macchinari o tecnologie avanzate per la pianificazione delle colture, la semina, la coltivazione, il raccolto, e fra questi il 45% lo fa da più di cinque anni.

Il 30% degli imprenditori ha meno di 40 anni e un terzo è laureato, ma l’età e il titolo di studio appunti non sono determinant per l’adozione di soluzioni 4.0.

Al contrario contano molto, invece, la dimensione dei terreni e i settori di riferimento: sotto i 10 ettari solo il 25% delle aziende adotta soluzioni 4.0, contro il 65% di quelle sopra i 100 ettari.

 

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