• Storie di innovazione

    Università Statale, 1 MLN alla ricerca in settori strategici come ICT e Life Science

    Bando per progetti competitivi, innovativi e interdisciplinari. I numeri della Lombardia

    di Redazione Open Innovation | 16/01/2019

Il 2019 dell’Università degli Studi di Milano punta su ricerca e innovazione. Con un bando da un milione di euro per finanziare l’identificazione di talenti ‘in formazione’ all’interno dell’Ateneo. L’iniziativa, in partenza entro la prossima primavera, è la nuova sfida lanciata per far emergere internamente le migliori risorse e idee innovative intese come insieme di competenze, esperienze e conoscenze al di fuori da qualunque soggezione accademica.

Il bando, che punta anzitutto ad aumentare la competitività e la visibilità della ricerca universitaria e affianca il più generale piano di sostegno ai singoli Dipartimenti, riguarda in particolare alcuni settori didattici come ICT (Information Communication Technology), scienze della terra, Life Science, scienze economiche e sociali, giuridiche e umanistiche, matematica, fisica e si pone alcuni obiettivi specifici.

Ad esempio, quello di valorizzare le ipotesi di lavoro più originali e l’aggregazione sinergica di competenze diverse: due elementi giudicati fondamentali per la stesura di progetti che possano poi essere presentati con successo in bandi nazionali e internazionali.

In particolare il bando, al quale potranno partecipare sia professori ordinari, sia associati e ricercatori, premierà progetti “con finalità ambiziosa e innovativa, anche ad alto rischio”, nonché appunto “collaborazioni interdipartimentali e interdisciplinari”.

Si prevede un finanziamento massimo di 30 mila euro per ciascun progetto, utilizzabili solo per spese di ricerca, reagenti, servizi e viaggi di studio e ricerca: l’idea è quella di coprire i costi del progetto di ricerca per un anno. I risultati e prodotti della ricerca verranno valutati in termini di pubblicazioni scientifiche, invenzioni, impatto e miglioramento dell’attrattività delle ricerche svolte.

Lo sguardo è insomma rivolto al potenziamento della capacità della ricerca ‘made in Statale’ di varcare i confini del’istituzione accademica. L’iniziativa della Statale si colloca poi all’interno di uno scenario territoriale che vede la Lombardia nella top ten delle regioni europee per mole di investimenti e spesa nel campo della ricerca e del sostegno allo sviluppo del settore ICT, e in particolare alla trasformazione digitale.

Con 48,5 milioni di euro di investimenti riferiti alla programmazione 2014-2020, la Lombardia è infatti al terzo posto in Italia e all’ottavo in Europa per fondi destinati alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Non a caso, a guidare la domanda di lavoro, con una crescita costante delle posizioni ricercate, c’è proprio il comparto dell’ICT con il maggiore incremento che si concentra nel Nord-Ovest e soprattutto in Lombardia.

Nel frattempo, come emerso dal recente report diffuso da Assolombarda, sul territorio lombardo aumentano anche la rilevanza e il peso della cosiddetta ‘filiera Life Science’, sempre più asset fondamentale per l’economia della regione e del Paese. L’analisi realizzata dal Centro Studi dell’Associazione in collaborazione con Cergas-Università Bocconi inquadra la Lombardia come la regione italiana in cui questo settore è più sviluppato, con un valore della produzione di 63,4 miliardi, oltre 23,5 miliardi di valore aggiunto e 347 mila addetti.

Considerando anche il valore indotto, generato tramite ricadute su altri comparti dell’economia, il valore aggiunto complessivo del comparto Life Science contribuisce al 12,4% del PIL lombardo e al 2,7% di quello nazionale. Dati che collocano la Lombardia tra le prime regioni farmaceutiche in Europa, vantando inoltre il primato in Italia nel settore della sperimentazione e ricerca clinica-biomedicale.

 

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