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    I dubbi dei consumatori italiani sulla Smart Home

    di Vanda Lombardi

La notizia è interessante: una ricerca DOXA dedicata al tema della Smart Home (in collaborazione con Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano), ovvero sullo sviluppo e l’offerta di soluzioni intelligenti e digitali per la Casa; proposte che vanno dagli allarmi, agli elettrodomestici da gestire con lo smartphone fino ad arrivare a sistemi integrati, semmai collegati ad assistenti digitali come quelli di Google, Apple ed Amazon.

Il dato di partenza è che si stratta di un mercato importante (stima 250 milioni di Euro) ed in crescita (+35%) ma leggendo tra le righe dei dati riportati, si intuisce che la maggior parte di coloro che hanno un oggetto “smart” sono coloro che hanno fatto installare nuovi allarmi intelligenti, non a caso la maggior parte si è rivolta ad un installatore. Del resto la ricerca stessa sottolinea come i consumatori italiani abbiano ancora diverse riserve sul tema o, meglio, siano ancora poco informati su cosa significhi una smart home. L’idea che in Casa ci sia un nuovo e diverso impianto, al pari di quello idraulico ed elettrico, che ha una finalità ovviamente più ampia e che - di fatto - imponga un nuovo modo di gestire la casa, mi sembra ancora lontano dalle prospettive dei nostri concittadini.

Certamente, come rileva anche DOXA e Politecnico, una spinta arriva dalle esigenze e volontà di sostenibilità ambientale. Non a caso per ora, dopo gli allarmi, la fanno da padrone le caldaie e i sistemi di condizionamento intelligenti, apparati che possono far risparmiare e che riducono l’inquinamento e utilizzano più efficacemente le risorse.

Potenzialmente i modelli di smart home possono fare molto perché l’abitare diventi più sostenibile e più vicino allo stile di vita del la trasformazione digitale ci sta imponendo (basti pensare a come il lavoro sia entrando sempre di più nelle case delle persone) ma questo è un cambiamento molto forte nella cultura popolare italiana e non è irragionevole pensare ad un percorso lento in tal senso.

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Ultimi 3 contributi di 4 totali

Angelo Gatto

14/05/2018 alle 10:19

Ho diversi gadget "smart" attivi da tempo (sono un early adopter incorreggibile) e mi diverto a farli "parlare" fra di loro, ad esempio uso il sistema di localizzazione del termostato - il più sofisticato fra quelli che ho in casa - per verificare lo stato di accensione dei diversi dispositivi che di solito ci si dimentica di spegnere quando a casa non c'è nessuno. Ho una moglie che fa estrema resistenza all'introduzione di qualsivoglia cambiamento (al contrario di mia suocera) due figli grandi, un cane e due gatti. Quando ho comprato casa nel 2005 ho cablato (da solo) tutte le stanze, il box e la cantina (in tutto 150 metri di cavo ethernet) proprio perché pregustavo la possibilità di sperimentare con la "domotica" (allora si chiamava così). Credo quindi di aver titolo a fare alcune riflessioni.

Dal mio punto di vista, il freno principale alla diffusione di queste soluzioni non è la disponibilità delle tecnologie o il prezzo (che comunque sta scendendo) e nemmeno la sicurezza (siamo un popolo che scrive il pin sul bancomat... non ci è mai importato molto della sicurezza) ma lo scarso investimento dell'industria - anche dei grandi nomi dell'elettronica di consumo - nello sviluppo di sistemi che siano allo stesso tempo affidabili ed intuitivi.

Facciamo un piccolo sondaggio fra quanti hanno il sistema di illuminazione intelligente della nota multinazionale olandese: quante volte vi è andata in crash la lavatrice e quante volte vi siete trovati con un aggiornamento del firmware che vi ha fatto perdere il controllo delle luci? La lavatrice probabilmente mai. Come il televisore, l'aspirapolvere (si, ho anche un roomba...).

Le luci, ad ogni aggiornamento del firmware c'è da tenere il fiato. A proposito, auguri a spiegarlo alla sciura Maria cosa è un firmware e che per aggiornarlo deve usare lo smartphone e che Oreo va bene e KitKat no (al quel punto ci sono buone possibilità che vi offra un krumiro intanto che chiama la neuro...).

Torniamo al nostro sistema di illuminazione della nota multinazionale olandese. Come avete reagito quando senza preavviso è improvvisamente diventato incompatibile con le lampade di una nota multinazionale del mobile svedese (intenzionalmente, visto che usano lo stesso standard) salvo ridiventarlo due anni dopo?

Fin quando per funzionare correttamente nella scatola è necessario che ci sia anche uno smanettone entusiasta, il mercato non decollerà. Forse gli assistenti vocali saranno l'anello mancante ma da quel che vedo anche qui siamo ancora lontani (si, ho provato google home, per ora non parla in italiano con le luci... quindi SWIMBO ha messo il veto)

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ALESSANDRA DEFILIPPIS

11/05/2018 alle 13:14

A mio parere credo che in questo momento storico dove “il tempo è tiranno”e la maggior parte di noi passa gran parte del tempo fuori casa per motivi lavorativi, un aiuto di questa portata sia veramente utile….si pensi alla sola attivazionedi elettrodomestici in orari pre-impostati per poter trovare tutto “pronto ”al nostro arrivo a casa, questo fa si di ottimizzare il poco tempo a nostra disposizione…di contro questo nuovo modo di gestire casa ed di conseguenza la nostra vita, spaventa molto.

Per questo motivo ritengo che sarà probabilmente un processo lento e difficoltoso, ma sicuramente con il tempo porterà i suoi frutti, rendendo migliore la qualità della nostra vita quotidiana…

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Danilo Curatolo

09/05/2018 alle 08:03

Io, al contrario di chi mi ha preceduto nei commenti, sono favorevole e positivo verso queste nuove tecnologie che facilitano la vita di tutti i giorni; non capisco tutti gli scettici e mi viene da pensare perché un'auto talmente potente da essere realmente utilizzata per meno della metà della sua potenza (ingegneria meccanica ed energetica ad alti livelli) mentre siamo ancora scettici per la parte informatica. Inoltre, Annarita, la robotica è stata applicata molto di più nelle linee di produzione indimustriale proprio perché capace di facilitare dei lavori fisicamente gravosi e ripetitivi; a differenza di queste nuove tecnologie con le quali si può interagire maggiormente e gestire più aspetti della casa se prendiamo ad esempio la Smart home.

Un problema che mi lascia ancora perplesso dall' investire in questa tecnologia è il lato sicurezza, a maggior ragione dopo l'ultimo scandalo che ha colpito Facebook in ambito di trattamento dati.

Attendo il commento di chi, essendo più esperto di me, chiarisca meglio l'aspetto della sicurezza.

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