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    La resilienza digitale: sviluppare un’igiene digitale

    di Luigi Rosati

L’entrata in una nuova era della storia dell’Uomo passa probabilmente per una serie di fasi che stiamo vivendo con grande velocità, come è tipico della dinamica e del processo di digitalizzazione. Così siamo passati (o stiamo passando) da momenti di impatto, di timore e di approccio al cambiamento, alla rivoluzione e alla trasformazione, a nuovi stadi di consapevolezza e di sviluppo di nuove strategie di comportamento (ma anche sociali e culturali).

In questo senso è molto interessante la proposta di Luisa Cozzi, esposta in un suo recente articolo su Repubblica.it che si sostanza nel concetto di “igiene digitale”. L’autrice parte da una metafora: l’Uomo si sta confrontando col digitale come i suoi antenati fecero col Fuoco; stiamo dunque vivendo una nuova età del fuoco, caratterizzata dall’approccio e la conoscenza con un nuovo elemento di grande potenzialità e in grado di trasformare la nostra vita. Da qui l’esigenza di sviluppare un nuovo corpus di stili comportamentali e di abitudini/atteggiamenti come quelli legati alla sicurezza informatica, alla conservazione dei dati, alla condivisione delle informazioni e alla relazione con la connessione. Quest’ultimo punto è particolarmente rilevante perché sancisce il modo con cui l’individuo stabilisce il suo rapporto economico con il digitale, dove “economico” è relativo all scambio di risorse tra sé e la Rete. Si tratta, tra l’altro, di bilanciare il tempo on-line e off-line, una dicotomia ormai non più semplice da risolvere tanto che sono stati introdotti concetti come quello di OnLife. La questione, ad esempio, coinvolge i rapporti di lavoro, perché al momento essere connesso significa essere impegnato, poiché non è ancora stabilito un certo diritto alla connessione, come espressione di sé, da gestire all’interno della propria economia individuale, appunto.

Dunque, diventare “uomini digitali” significa costruire e sviluppare nuovi concetti e comportamenti condivisi a partire da quelli di base, come quelli relativi all’igiene appunto, secondo un approccio che supera ogni pregiudizio e lascia spazio ad una azione resiliente e attiva.

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1 contributo

Angela Di Massa

19/04/2018 alle 14:54

Ciao Luigi,
proprio oggi mi sono imbattuta in un piccolo articolo sul tema, in particolare sulle “norme di igiene“ per la prevenzione delle malattie digitali.In questo testo viene descritto il paragone tra l’igiene fisica, nel senso stretto del termine, e l’igiene digitale: come ad esempio l’analogia tra il bambino al quale viene insegnato di lavarsi le mani prima di mettersi a tavola (contromisura per evitare la diffusione dei microbi con i cibi da ingerire) e la protezione dell’io digitale nella pratica quotidiana (quante volte ad esempio facciamo entrare nei nostri PC chiavette USB o oggetti virtuali senza sapere se sono effettivamente “infetti” da virus?)

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