Engagement: è una delle parole più usate e sentite nell’ambito dell’inbound marketing degli ultimi anni. E’ ormai l’incubo e la risorsa per i marketers, i marketing manager e le aziende. Ma cos’è esattamente? L’engagement - che in italiano può essere tradotto con “coinvolgimento” - è il valore che definisce il rapporto stretto e fidelizzato che l’azienda, il blogger, l’influencer, il social media marketer riesce a instaurare con il proprio pubblico.
E’ l’espressione della capacità di un prodotto (brand, blog, app, sito ….) di creare relazioni solide e durature con i propri utenti: un rapporto che si basa sulla fiducia e sulla fedeltà e che agevola il passaparola e l’autorevolezza del brand. L’obiettivo e il successo di una pagina, di un profilo social, di un blog non dipende infatti dal numero di fan, ma dal livello di coinvolgimento, di reciprocità, che riesce a generare; dall’interazione che il pubblico ha con i contenuti prodotti.
L’engagement misura il successo del messaggio condiviso con il pubblico e ha lo scopo dicreare legami forti tra il brand e si suoi fan, fino a convertirli in clientio almeno fino a creare una fiducia verso il brand tale che l’utente possa consigliare il brand ai propri amici.
Come aumentare l’engagement? Sono principalmente i contenuti a generare ed aumentare il coinvolgimento. E’ proprio qui che si gioca la battaglia dell’engagement: per generare interazioni vere e di valore è necessario generare contenuti interessanti, utili al proprio pubblico in modo da stimolare discussioni e conversazioni. In questo modo si riesce ad accrescere il numero di persone raggiunte (reach) diventando visibili agli amici di chi ha interagito, lasciato un commento, condiviso un post e generando così una percentuale di engagement più alta.
Da qui nasce il sempre crescente valore dei content Manager, figura professionale emergente e sempre più richiesta.
“ll Content Manager è diventato infatti una figura professionale cruciale per il successo del Digital Marketing. Il suo compito è quello di offrire contenuti rilevanti a ogni cliente per personalizzare la customer experience. Si tratta di un percorso verso la conquista finale, cioè l’acquisto. Le tappe sono i touchpoints, gli strumenti digitali grazie ai quali un brand entra in contatto con i consumatori, con l’obiettivo di instaurare una relazione che sia la più duratura possibile. I Content Manager hanno il compito di raccogliere informazioni dai singoli touchpoint e in base a queste produrre e distribuire in modo omogeneo i contenuti. I Content Manager sanno che sono i clienti a raccontarci come avviene l’esperienza di acquisto: secondo il report The future of retail di Walker Sands, i canali digitali sono utilizzati soprattutto per fare ricerca, con un 29% degli utenti che sceglie il web, un 25% che preferisce il mobile e un 10% che utilizza i voice assistant, mentre il 42% si reca in-store per acquistare.
Nel panorama attuale, la customer experience ha un approccio sempre più omnichannel, in cui integrare i diversi touchpoint di un marchio (dal sito web all’app mobile, passando per l’e-commerce, i social media, la newsletter e le iniziative in-store). Ognuno di questi strumenti si relaziona con il consumatore attraverso dei contenuti, come pagine HTML o file multimediali, ed è da questa interazione che le aziende possono comprendere le aspettative, i desideri e le necessità dei propri utenti. Il Content Manager ha il compito di produrre e ditribuire questi contenuti, sapendo che ogni azione, come un acquisto, la fruizione di un articolo o una ricerca, racchiude tutta una serie di dati che, se estrapolati nel modo corretto, possono determinare le strategie future di un’azienda e permetterle di migliorare la propria relazione con il target di riferimento. Per far sì che i touchpoint non restino dei punti isolati sulla mappa della customer experience, le aziende devono avere un approccio sempre più data-driven, in cui la raccolta, l’elaborazione e l’utilizzo proattivo dei dati consenta di conoscere tutte le sfaccettature del consumatore, battendolo sul tempo e offrendogli ciò di cui ha bisogno ancora prima che possa ricercarlo.”
Tratto da: https://www.digital4.biz/marketing/big-data-e-anal...
1 comment
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Veronica de Angelis
28/08/2019 at 13:32
Interessante articolo ma mi chiedo oggi chi sia veramente coinvolto e coinvolgibile dato che tutti oggi si improvvisano comunicatori ed esperti di mktg.