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Approfondimenti

05/06/2024

Global Innosystem Index 2024: Italia solo al 24° posto, 4 azioni per accelerare

Singapore al vertice del Report di The European House - Ambrosetti, che indica come migliorare

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Nella corsa globale all’innovazione - leva fondamentale per lo sviluppo, anche sostenibile - l’Italia resta indietro: siamo 24esimi, in una classifica internazionale che vede ai vertici Singapore, Israele ed Estonia e, molto davanti a noi, Paesi più vicini come Regno Unito, Svizzera, Germania e Francia. Non solo: rispetto alla prima in classifica esportiamo il 184% di prodotti tecnologici in meno.

Lo certifica il TEHA - Global Innosystem Index 2024, presentato al Technology Forum promosso a fine maggio a Stresa da The European House - Ambrosetti per discutere delle principali sfide per gli ecosistemi dell’innovazione europei, con focus specifici su Digital Twin Society, New Materials, Technology for Sustainability, AI and Robotics for Manufacturing.

Nella stessa occasione, il Think Tank ha indicato anche quattro proposte per invertire la tendenza e rafforzare la capacità di innovazione dell’Italia.

Le novità del GII 2024

Quest’anno il TEHA - Global Innosystem Index (TEHA-GII) ha ampliato i suoi orizzonti, fotografando le performance complessive di 37 Nazioni (rispetto alle 22 dello scorso anno) attraverso 5 dimensioni, suddivise in 4 variabili input (che valutano la presenza degli elementi abilitanti dei processi di innovazione) e una di output che permettono di misurare performance e risultati complessivi di ogni ecosistema innovativo rispetto ai KPIs, passati a 30 rispetto ai 16 del 2023.

In questa più ampia classifica Singapore fa il suo esordio con un punteggio di 5,41 (su una scala da 1 a 10), seguono poi Israele (5,21) e l’Estonia (5,17).

L’Italia è appunto 24ª con 3,19 punti, in calo rispetto al 2020 (era 23ª con 3,57 punti) e appena davanti a Spagna (3,18) e Grecia (3,02).

Gli Indici in cui l’Italia performa peggio sono l’innovazione dell’ecosistema (è 32a) e il capitale umano (28a), mentre è 22a per risorse finanziarie a supporto dell’innovazione, tuttavia si colloca al 10° posto per efficacia dell’ecosistema dell’innovazione (variabile di output, che valuta la capacità di un paese di generare innovazione), ovvero per la produzione di nuove idee e per il loro impatto economico.

Gli aspetti da migliorare per l’Italia sono: la percentuale di persone con un titolo di studio STEM, quella di soggetti impiegati nell’ambito della ricerca, il numero di lavoratori nel campo della scienza e tecnologia, le risorse a sostegno delle attività di ricerca e sviluppo.

Non mancano però le note positive: 11 università italiane rientrano nella top 100 europea. E il numero di domande di brevetto depositate supera per la prima volta quota 5.000 con una crescita del 38% nella decade 2014-2023 (dai 3.649 del 2014 ai 5.053 del 2023).

Bene anche il tasso di successo dei brevetti di applicazione, per cui l’Italia si colloca al 5° posto nelle top 25 country a livello mondiale.

Come sottolinea allora Valerio De Molli, Managing Partner & CEO THEA: “Se l’Italia si allineasse alle performance dei Top5 Paesi EU nelle diverse variabili relative alle risorse dedicate a R&S, capitale umano e attrattività degli investimenti esteri, il nostro Paese raggiungerebbe la 12a posizione nel ranking TEHA-GII 2030”.

Le 4 azioni che possono invertire la rotta

Come invertire la rotta? Da THEA arrivano indicazioni precise. Eccole.

  1. Massimizzare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo

L’Italia destina alla ricerca solo l’1,45% del PIL: è necessario allinearsi quantomeno al target fissato dall’Unione Europea al 3% del PIL. Occorre inoltre migliorare finanziamenti e accesso agli incentivi per le imprese che investono in innovazione e tecnologie. E creare programmi di ricerca di lungo periodo, anche per minimizzare la fuga di cervelli.

  1. Più trasferimento tecnologico, rendere l’Italia un paese per “unicorni”.

In Italia nel 2023 gli investimenti dedicati a startup e scaleup (Private Equity e Venture Capital) sono sensibilmente diminuiti, passando da 23,7 a 8,2 miliardi di euro. Sono nati solo 3 “unicorni” su un totale di 109 in Europa e i TTOs (Technology Transfer Offices) sono ancora sottodimensionati.

Occorre ridurre il divario tra ricerca e sviluppo per progetti che soddisfino i bisogni del mercato; facilitare l’accesso ai finanziamenti per startup; rafforzare i TTOs adottando modelli internazionali che in media prevedono strutture organizzative 10-15 volte più numerose di quelle italiane.

  1. La presidenza italiana del G7 e lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale.

La presidenza italiana del G7 (in programma dal 13 al 15 giugno in Puglia) rappresenta una grande opportunità, con l’IA come uno degli argomenti centrali della discussione, per guidare lo sviluppo di modelli di governance dell’IA. Ė poi necessario migliorare l’educazione STEM e supportare l’uso dell’IA nelle aziende, allineando l’Italia - dove solo il 5% delle imprese utilizza l’IA - alla media europea (8%).

  1. Un New Deal delle competenze per una società sostenibile e digitale.

Oltre la metà delle aziende italiane ha difficoltà a reperire risorse con adeguate skill, la percentuale di laureati STEM è solo del 21,1%, occorre formare oltre 2 milioni di dipendenti con competenze digitali di base entro il 2026.
Per TEHA dunque è fondamentale definire nuovi programmi per l’insegnamento delle competenze digitali lungo tutto il percorso di formazione; rafforzare corsi digitali negli Istituti Tecnici Superiori (ITS); introdurre nelle Università nuovi percorsi di studio legati alla transizione digitale ed ecologica; definire meccanismi di aggiornamento continuo (Lifelong Learning) nel mondo dei lavoratori.

I risultati a livello regionale: Lombardia 39° in Europa

Le difficoltà non sono solo italiane, come si evince dalla seconda edizione del TEHA -

Regional Innosystem Index che propone una valutazione delle performance degli ecosistemi innovativi di 242 regioni europee.

Quattro le categorie di analisi: sviluppo economico, capitale umano, talento, infrastrutture digitali e tecnologiche.

La francese Ile-de-France si conferma al primo posto (con un punteggio di 7,37 su 10), guadagnano una posizione rispetto al 2020 la regione di Stoccolma (Svezia) e Hovedstaden (Danimarca), rispettivamente con un punteggio di 6,47 e 6,09.

La Lombardia è la 1ª tra le regioni italiane a guidare l’innovazione, in 39a posizione e in crescita di quattro posizioni rispetto aI 2020.

In generale, le Regioni italiane continuano a collocarsi molto al di sotto delle top 10 regioni classificate in quasi tutti gli indicatori di performance considerati.

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