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Next Generation - M2 - Approfondimenti

05/12/2024

Energia, il PNRR e lo sviluppo del biometano: il bando, le tecnologie

Scopri investimenti, pratiche di economia circolare per incentivarlo e potenzialità italiane

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Il biometano sta emergendo come una risorsa fondamentale per la transizione verso un sistema energetico più sostenibile e circolare. Questa fonte di energia rinnovabile è considerata un alleato strategico per ridurre la dipendenza dal gas naturale e per contribuire al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione. La crescente diffusione del biometano in Europa testimonia un impegno condiviso verso la neutralità climatica e l’indipendenza energetica, oltre a incarnare la volontà di valorizzare i residui organici attraverso un ciclo virtuoso che promuova l’economia circolare.

Il biometano viene prodotto massimizzando il recupero energetico di biomasse agricole e agroindustriali, come colture dedicate, scarti agricoli e residui della filiera alimentare. Questo processo consente di riutilizzare risorse altrimenti destinate a scarto, riducendo l’impatto ambientale e favorendo un approccio sostenibile alla produzione energetica. Se distribuito nella rete del gas, il biometano può anche avere un impatto significativo sulla riduzione delle emissioni di gas serra, con un risparmio complessivo che può variare tra l’80% e l’85% rispetto al ciclo di vita del metano fossile.

In questo contesto, l’Italia si colloca al secondo posto in Europa per capacità produttiva di biometano, con un ruolo centrale nel contribuire a questi obiettivi. Il nostro Paese, infatti, è protagonista di importanti interventi per il potenziamento di questo settore, grazie alle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (d’ora in poi PNRR).

Finanziamenti e obiettivi

Nell’ambito della Missione 2, Componente 2, la linea di investimento 1.4, con uno stanziamento pari a 1.923.400.000 euro, è dedicata a migliorare l’utilizzo del biometano, con un focus su progetti che mirano a potenziare la produzione di energia rinnovabile derivata da biomasse agricole e agroindustriali.

Gli obiettivi sono ambiziosi; si prevede di incrementare la produzione di biometano di circa 2,3-2,5 miliardi di metri cubi, contribuendo così a una riduzione significativa dell’utilizzo dei gas a effetto serra. L’investimento prevede azioni concrete, tra cui la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di biometano, la riconversione e il miglioramento dell’efficienza degli impianti di biogas agricoli esistenti e l’adozione di pratiche innovative per il settore agricolo. Tra queste, spicca la sostituzione di trattori obsoleti con mezzi a biometano, dotati di tecnologie per l’agricoltura di precisione, nonché la promozione di sistemi a basse emissioni per la gestione del digestato e la lavorazione del suolo.

Ulteriori finanziamenti per il settore del biometano provengono dal programma RePowerEU, che nella Missione 7 include una specifica componente, la Componente 1, dedicata alla “riduzione dei costi di connessione degli impianti di produzione del biometano”. Considerata una priorità per la diversificazione delle forniture di gas dell’UE, il biometano è al centro degli obiettivi di RePowerEU, che mira a raddoppiarne i livelli di produzione entro il 2030. Tale strategia punta a rafforzare la sicurezza energetica europea e ad accelerare l’indipendenza dai combustibili fossili tradizionali come carbone, petrolio e gas naturale.

In questo modo, il biometano non solo si conferma un pilastro della transizione energetica, ma diventa anche un motore per la crescita di un’economia più sostenibile e circolare, con importanti vantaggi ambientali ed economici per l'Italia e per l’Europa.

Lo scorso 18 novembre Il GSE (Gestore Servizi Energetici) ha pubblicato il bando per la quinta procedura competitiva prevista dal DM 15 settembre 2022, legata al PNRR (misura M2C2-I1.4) per lo “Sviluppo del biometano secondo criteri per la promozione dell’economia circolare”.

Le domande di partecipazione potranno essere presentate, esclusivamente per via telematica, mediante l’applicativo “Sviluppo del biometano” disponibile sul sito del GSE e accessibile dall’Area Clienti, dalle ore 12.00 del 18 novembre 2024 e fino alle ore 12.00 del 17 gennaio 2025.

Per maggiori informazioni consulta l’Avviso pubblico sul sito del GSE.

Iniziative per il biometano in Lombardia: la valorizzazione degli sfalci

In questo scenario la Lombardia si sta imponendo come un modello a livello nazionale per la semplificazione delle autorizzazioni relative agli impianti di biometano, riuscendo a ottimizzare i processi burocratici necessari per l’installazione e la conversione di impianti a biogas in impianti a biometano. La regione ospita già un terzo degli impianti nazionali di biometano, che producono gas a partire da sottoprodotti agricoli ed escrementi animali. Grazie alla recente semplificazione normativa, non sarà più necessario richiedere autorizzazioni ambientali per questa conversione, riducendo notevolmente i tempi di realizzazione degli impianti.

In Lombardia sono in fase di progettazione e realizzazione numerosi nuovi impianti destinati a produrre biometano tramite la digestione anaerobia di materia organica, destinato poi a essere immesso nella rete del gas, proprio come il metano fossile. Il settore del biogas in Italia conta oltre 1.500 impianti, con una potenza installata di oltre 1.200 MW, che garantisce un alto coefficiente di produzione, con un rendimento che raggiunge almeno l’80% delle ore annue. Grazie a questo, il settore ha attratto investimenti pari a circa 4 miliardi di euro.

La Lombardia sta anche promuovendo pratiche di economia circolare, come la valorizzazione degli sfalci e delle potature, sottoprodotti provenienti dall’agricoltura e dalla manutenzione del verde pubblico. Con la delibera N° XII / 3043 di settembre 2024, è stato chiarito che questi materiali non devono essere considerati rifiuti, ma possono essere riutilizzati come sottoprodotti. Ciò consente alle imprese agricole, florovivaistiche e del settore verde di impiegare sfalci e potature per migliorare i suoli, produrre biogas e biometano, o sviluppare filiere innovative, come il riuso del legno urbano. Questa gestione virtuosa dei sottoprodotti non solo favorisce la sostenibilità ambientale, ma consente anche un risparmio economico per le amministrazioni comunali, che possono abbattere i costi di smaltimento degli sfalci.

Le tecnologie digitali che possono fare la differenza

La digitalizzazione riveste un ruolo fondamentale nel miglioramento dell’efficienza, della sostenibilità e della redditività degli impianti di produzione di biometano, in particolare in un contesto come quello italiano, dove il biometano dispone di un enorme potenziale grazie alla disponibilità di biomasse come fanghi di depurazione, residui agricoli e agroalimentari, e rifiuti organici. Questi materiali possono essere convertiti in biogas attraverso processi dedicati e successivamente raffinati per ottenere biometano, con un significativo supporto delle tecnologie avanzate. Tra queste:

  • sensori IoT (Internet of Things): consentono il monitoraggio in tempo reale di parametri critici come temperatura, pressione, pH e concentrazione di biometano, migliorando il controllo e riducendo inefficienze;
  • tecnologie blockchain: giocano un ruolo importante, garantendo la tracciabilità completa dei flussi di biomassa lungo tutta la filiera, assicurando trasparenza e conformità ai criteri di sostenibilità;
  • automazione avanzata e sistemi di controllo da remoto: semplificano le operazioni, automatizzando attività critiche come l’alimentazione dei digestori e il trattamento del digestato e permettono agli operatori di gestire gli impianti a distanza, assicurando interventi tempestivi;
  • sistemi di energia intelligente (Smart Energy Systems): ottimizzano il recupero e l’utilizzo dell’energia prodotta, come il calore generato durante i processi di digestione anaerobica, integrandosi con reti intelligenti per bilanciare domanda e offerta energetica.

In conclusione, il biometano rappresenta non solo una soluzione tecnologica avanzata e sostenibile per affrontare le sfide della transizione energetica, ma anche un’opportunità strategica per stimolare l’economia locale e promuovere modelli di sviluppo circolare. L’Italia, con il suo impegno normativo e i significativi investimenti in innovazione, si colloca in ha l’occasione di guidare questa trasformazione.

L’adozione di tecnologie digitali, insieme alla valorizzazione dei sottoprodotti agricoli e organici, aiutano a rendere il biometano una risorsa cruciale per ridurre la dipendenza energetica e le emissioni di gas serra, senza trascurare il potenziale di crescita occupazionale nel settore. La sinergia tra aziende, istituzioni e comunità locali è essenziale per consolidare questi progressi, trasformando una sfida globale in un’opportunità concreta per un futuro più sostenibile.

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