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    FoodCode, la 'macchina fotografica' del CNR per leggere il DNA del cibo

    Una nuova tecnologia, con il contributo di Regione, per contrastare le frodi alimentari

    di Redazione Open Innovation | 19/03/2019

Una sorta di 'macchina fotografica' in grado di immortalare e isolare il DNA presente negli alimenti e di risalire, proprio grazie al codice genetico, a tutti gli ingredienti che compongono il cibo sotto esame. Nata nei laboratori del CNR e pensata per facilitare e velocizzare il processo di riconoscimento genetico, 'Foodcode' – questo il nome della piattaforma tecnologica – rileva la presenza di qualsiasi specie animale o vegetale in materie prime, miscele o prodotti lavorati alimentari. E quindi riesce a stabilire se ciò che finisce in commercio e potenzialmente sulle tavole dei consumatori è sicuro dal punto di vista alimentare.

Lo strumento - evoluzione di 'Feedcode', dispositivo analitico creato e brevettato nel 2016 sempre dal CNR con l’obiettivo di individuare le specie vegetali presenti nei mangimi utilizzati negli allevamenti - sarà presentato alla prima edizione di InnovAgorà, il salone dei brevetti innovativi promosso dal Ministero dell’Istruzione per valorizzare la ricerca italiana e in programma dal 6 all’8 maggio 2019 al Museo della Scienza di Milano.

Il contributo di Regione Lombardia

Allo sviluppo di 'Feedcode', la piattaforma capace di snidare possibili contaminazioni nei mangimi animali che ha fatto poi da apripista all’evoluzione in 'Foodcode', ha contribuito anche Regione Lombardia mediante l’Accordo Quadro siglato con il CNR già nel 2006 (e rinnovato nel 2012), un ‘patto’ finalizzato a sostenere l’innovazione tecnologica in determinate aree della ricerca scientifica: efficienza energetica, agroalimentare, manifatturiero e nano-scienze.

È proprio grazie a quella collaborazione che 'Feedcode' è nato e cresciuto rapidamente, passando in fretta dalla fase sperimentale a quella di utilizzo sistematico. La piattaforma è adottata, per esempio, dal Consorzio del Parmigiano Reggiano per verificare che la dieta somministrata alle vacche da latte rispetti il rigido disciplinare di produzione, nonché dalle ditte di mangimi per il controllo delle loro materie prime.

Ora Foodcode rappresenta una sorta di ‘investigatore’ capace di individuare il DNA presente nel cibo e di scovare, quindi, possibili contraffazioni alimentari. Questo significa controlli su origine e qualità ancora più efficaci e quindi maggiore tutela per la salute dei consumatori. Cuore del sistema è il rilevatore di DNA, il cacciatore della ‘traccia fondamentale’ presente in tutti gli organismi viventi e quindi anche nei prodotti alimentari derivati.

Il macchinario, scansionando l’alimento, riesce a determinare il DNA di tutte le sue componenti e a produrre un codice QR leggibile da un qualsiasi smartphone. In pratica potrà essere lo stesso cittadino-consumatore, col proprio smartphone, a verificare la composizione del cibo prima di acquistarlo. FoodCode nasce per agevolare i controlli ‘di primo livello’, quelli condotti dalle autorità preposte alle verifiche dei prodotti non ancora in commercio, ma di lì a poco destinati allo scaffale.

 

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