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    Blockchain, 150 progetti in italia ma ancora pochi investimenti. Ecco in che settori

    Spesi solo 15 milioni. E solo il 2% dei CIO la reputa una priorità

    di Redazione Open Innovation | 20/03/2019

È la tecnologia tra le più discusse del momento, che vede un aumento vertiginoso di progetti: la Blockchain, la cosiddetta ‘catena di blocchi’, consiste in una rete informatica di nodi, ognuno dei quali contiene dati e informazioni che si aggiornano simultaneamente a ogni blocco, senza la necessità di un sistema di controllo centrale per la verifica delle informazioni. Fa parte della più ampia categoria delle Distributed Ledger technologies, cioè di sistemi basati su un registro distribuito in cui tutti i nodi possiedono la stessa copia di un database che può essere letto e modificato in modo indipendente.

Nell’ultimo triennio dunque sono stati 579 i progetti di Blockchain portati avanti in tutto il mondo, e ben 328 solo nel 2018 (+76% rispetto al 2017). In Italia questo slancio ha portato il Paese al terzo posto della classifica europea per numero di iniziative che hanno coinvolto le imprese: sono 150 in totale i progetti di Blockchain intrapresi, mentre il 59% delle realtà imprenditoriali ha avviato sperimentazioni dedicate.

Unica nota dolente, il budget riservato a questo settore è ancora risicato: si parla infatti di 15 milioni di euro per formazione, progetti e consulenze investiti in 150 casi. Tuttavia un altrettanto ampia percentuale di imprese non ha ancora messo a bilancio fondi specifici dedicati.

Ambiti e settori di applicazione in Italia

E in Italia chi è che investe in questa tecnologia? Quelle che nel recente triennio si sono messe di più in gioco sono le aziende della finanza (ambito che vanta il 48% dei progetti), le pubbliche amministrazioni (10%) e gli operatori logistici (8%). In questi settori la Blockchain viene applicata nell’ambito dei pagamenti (24%), della gestione documentale (24%) e della tracciabilità di filiera (22%).

Le resistenze

Rimane il fatto che ancora molti soggetti faticano a stare al passo con il cambiamento che questa tecnologia comporta: stando ai dati in mano all’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano (il gruppo di studio nato nel 2018 proprio per monitorare e chiarire come questi sistemi di condivisione dati influiscono sullo sviluppo del mercato italiano), solo il 26% delle imprese ha una conoscenza adeguata della tecnologia, mentre il 31% non sa nemmeno di che cosa si tratti. Il 32% invece la considera una rivoluzione, ma in prospettiva futura, e appena il 2% dei CIO - cioè i direttori informatici - la reputa una priorità attuale.

Questo spiega come mai gli investimenti in materia di Blockchain e Distributed Ledger riguardino per ora solo grandi aziende, oppure startup che scelgono di raccogliere capitale attraverso crowdfunding via ICO, scommettendo cioè nelle criptovalute come bitcoin e altre forme di moneta virtuale.

 

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