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    Cybersecurity, nasce la prima unità dedicata dell’esercito italiano

    Una squadra di esperti proteggerà le reti militari da attacchi informatici

    di Redazione Open Innovation | 10/08/2020

Un’interferenza o un’intromissione nelle reti militari può avere conseguenze gravissime per i militari impegnati in addestramento o in missioni, ma può anche arrivare anche all’attivazione di un’arma. Anche le forze armate italiane si sono dotate quindi di una unità di difesa Cyber, una esplicita richiesta della NATO che prevede la protezione dello spazio cibernetico che ha assunto a oggi un’importanza strategica equiparabile a quella dello spazio fisico.

Le reti militari e l’insieme di sistemi ed equipaggiamento tecnologici hanno un ruolo vitale in ogni tipo di operazione ed è per questo motivo che il nuovo reparto, strutturato attraverso due bandi e formato anche con lezioni da parte del mondo accademico, avrà la possibilità di collaborare con tutte le forze armate per compiere missioni sul campo.

Come ricorda Wired, il malware Stuxnet che nel 2010 colpì lo stabilimento di arricchimento dell’uranio di Natanz, in Iran, è stata la prima “cyberarma”. Le tecnologie si sono sviluppate esponenzialmente nel corso degli anni e così anche il sistema di protezione deve essere aggiornato così come le competenze degli esperti: per questo motivo serve una cellula specifica che vigili sul perimetro delle reti militari e intercetti tentativi di intromissione. Il reparto avrà funzioni di difesa: proteggere l’esercito da attacchi, assisterlo nei teatri operativi all’estero e coordinare l’addestramento.

Solo nel 2018 la Difesa ha registrato circa cento incidenti ai danni delle sue reti, minacce che di anno in anno si fanno sempre più pericolose e rilevanti per la tenuta del sistema di difesa nazionale.

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