18 giugno 2020
Best practices e fattori di successo per un modello di smartworking efficiente
Durante l'attuale emergenza sanitaria, molte aziende italiane, sia pubbliche, sia private, che operano in settori più o meno tecnologici, hanno iniziato a sperimentare il "lavoro intelligente", chiamato anche "lavoro agile", ovvero la possibilità di svolgere il proprio lavoro da remoto, connettersi con collaboratori e clienti tramite strumenti tecnologici.
Nonostante il fatto che questa metodologia di lavoro non sia applicabile a determinati tipi di attività produttive, è importante essere consapevoli del fatto che molte aziende utilizzano questa strategia da anni e il lavoro intelligente è diventato per loro un modus operandi estremamente efficace.
FONTE: https://www.dataskills.ai/smart-working-before-and-after-the-health-crisis/
AUTORE: Data Skills
Matteo Santoro
24/06/2020 at 12:29
Concordo sul fatto che non bisogna focalizzarsi sulle posizioni polarizzate, come ahimé in questi giorni si sta già facendo con molti articoli che iniziano a posizionari sulle barricate a difesa o a discredito completo dello Smart Working.
Non è tuttavia facile capire come riuscire a stimolare un dibattito serendo ed equilibrato che possa fornire gli spunti giusti per chi deve oggi deliberare e decidere come valorizzare l'esperienza di questi mesi di lockdown e aprire la strada ad un uso futuro proficuo per tutti dello smart working.
Sarebbe bello riuscire ad utilizzare proprio questa piattaforma per iniziare a delinare qualche idea e iniziativa. Perché altrimenti - come ahimé accade troppo spesso nel dibattito pubblico - si osserverà un periodo di oblio sul tema dopo la grande abbuffata che però non riuscirà ad essere valorizzata in qualche modo.
Ben vengano interventi come quello segnalato su Medium. Potremmo ospitare qui, nella sezione Open Lombardia, un dialogo tra i cosiddetti stakeholders del lavoro agile da un lato e i policy makers regionali dall'altro. Felice di collaborare.
Maurizio Mesenzani
19/06/2020 at 09:22
Credo che la crisi abbia accelerato un processo già in corso da diverso tempo, e che abbia permesso di superare alcune resistenze culturali ed organizzative. Restano ancora molti punti aperti, sia dal punto di vista gestionale che normativo, e soprattutto occorre non focalizzarsi sulle posizioni polarizzate (a favore o contro lo smart working): come ogni soluzione ha vantaggi e svantaggi.
Un primo passo è conoscerlo e sperimentarlo, condivido un post scritto da una collega che approfondisce alcuni aspetti: https://medium.com/bsd-stories/lavoro-agile-work-life-balance-approccio-orientato-agli-obiettivi-e-nuovi-spazi-9c7c58688aba
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Lucilla Crosta
29/12/2020 at 09:24
Buongiorno!
Articolo molto interessante che a mio parere richiede oggi più che mai una certa attenzione e riflessione. Noi come esempio possiamo portare il nostro lavoro, la nostra esperienza, ossia abbiamo creato uno strumento per misurare e migliorare le competenze per lo SmartWorking
In un nostro articolo di Blog, spieghiamo che cos'è per noi lo SmartWorking e le competenze che richiede ai lavoratori
Volentieri ci farebbe piacere ascoltare altre esperienze e ci rendiamo disponibili per un confronto.
Buon 2021 a tutti!