07 giugno 2021
Lo studio di Banca d’Italia analizza l’evoluzione della didattica alla luce della diffusione della didattica a distanza nella scuola italiana
Negli ultimi due anni scolastici in Italia si è fatto ampio ricorso alla didattica a distanza (DaD). Da una recente indagine della Banca d'Italia emerge che nelle scuole primarie e secondarie di I grado tra marzo 2020 e febbraio 2021 in media quasi la metà delle ore di DaD sono state coperte da lezioni in modalità asincrona, in cui docenti e alunni non sono presenti contemporaneamente su una piattaforma digitale (ad esempio, lezioni registrate o svolgimento individuale di compiti assegnati dal docente); nelle scuole secondarie di II grado invece la maggior parte delle lezioni a distanza si è svolta in modalità sincrona.
Il tempo dedicato dai genitori ad assistere i figli nello studio è stato significativamente maggiore nei periodi di didattica a distanza rispetto a quelli in presenza, soprattutto per i nuclei con bambini più piccoli.
AUTORE: Banca d'Italia
1 comment
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Alice Verioli
08/06/2021 at 09:48
Ne deriva con chiarezza l'importante ruolo svolto dalla scuola, non solo come luogo di cultura e di crescita ma anche come supporto alla gestione del tempo per molte famiglie. Sarebbe interessante un approfondimento anche su altre due variabili:
- la mancata presenza dei nonni, soggetti particolarmente deboli e in molti casi protetti attraverso l'allontanamento dai nipoti, figure che spesso rappresentano il vero servizio di assistenza alle famiglie
- come la gestione della DaD abbia influito nel caso di nuclei famigliari composti da due adulti o da un solo adulto