Le cifre del sostegno offerto a famiglie e scuole da Regione Lombardia, con i 48 milioni della “Dote Scuola” suddivisi in 4 componenti di cui una, quella di 15 milioni per i Materiali Didattici, per cui è possibile presentare domanda da oggi alle 12 sulla piattaforma Bandi Online. I numeri della dispersione scolastica, a livello nazionale e regionale. E poi una riflessione e un confronto sulla scuola di domani, a partire da alcune parole chiave come libertà, scelta, sussidiarietà, inclusione, apprendimento.
Questi i temi di cui si è parlato all’evento “Dote Scuola 2021|2022: le politiche di Regione Lombardia per il diritto allo studio”, promosso da Regione Lombardia la mattina del 12 maggio.
Un appuntamento voluto per costruire le politiche di Palazzo Lombardia in materia “insieme al mondo della scuola”, come ha sottolineato l’assessore regionale a Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione Fabrizio Sala.
Per riguardare il video dell'evento, vai alla pagina dedicata alla Dote Scuola.
Un'occasione per ripensare la scuola
“Vogliamo parlare al grande mondo dell’educazione - ha spiegato dunque l’assessore Sala -. Finalmente il dibattito politico si concentra sulla scuola, come dimostra anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Non si tratta solo di investimenti: dopo la fase di emergenza della pandemia, abbiamo l’occasione di ripensare la scuola per cambiare. Da parte nostra, come assessorato, oltre a sostenere famiglie e istituti con la Dote Scuola puntiamo su un nuovo strumento di dialogo a partire dalla nostra piattaforma partecipativa Open Innovation, e cioè Open Scuola” (per sapere di più sul nuovo Open Scuola, leggi qui).
Con Sala anche l’assessore a Formazione e Lavoro Melania De Nichilo Rizzoli, in precedenza titolare della delega all’Istruzione, che a proposito della Dote Scuola ha parlato di “modello lombardo: il Buono Scuola in particolare è un vessillo della Regione, diamo a tutti la possibilità di accedere al percorso di istruzione che hanno scelto”.
Le misure specifiche della Dote Scuola sono state illustrate invece da Francesco Bargiggia, Dirigente Struttura Politiche per l’Istruzione e l’Università di Regione Lombardia: 24 milioni per il Buono Scuola, 7 milioni per il Sostegno Disabili, 2 milioni per la Dote Merito che premia gli studenti più brillanti.
E, appunto, 15 milioni per la componente Materiale Didattico: un contributo alla spesa delle famiglie per l’acquisto di libri di testo, dotazioni tecnologiche e strumenti per la didattica. “Un sostegno concreto - ha ricordato l’assessore Sala - in un momento in cui molte più famiglie si trovano in difficoltà in seguito alla pandemia”.
Equità, inclusione e libertà nella scuola oggi: voci a confronto
I sostegni sono però solo una parte delle politiche pubbliche. Prioritario è anche offrire alla scuola e a chi la vive uno spazio di ascolto e confronto come appunto sarà Open Scuola. Lo ha spiegato Gianni Bocchieri, Direttore Generale della struttura Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione (IURIS) di Regione Lombardia: “Per avviare politiche ‘dal basso’ è importante avere un canale diretto con la comunità scolastica, una piattaforma dove questa può anche incontrarsi e scambiarsi dati”. Bocchieri ha invitato poi a “guardare avanti”, superando ad esempio le contrapposizioni tra DAD e didattica in presenza.
Un concetto ribadito anche dalla Direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia Augusta Celada, una dei tre attori del mondo della scuola chiamati a confrontarsi sui cardini intorno a cui aprire il ‘cantiere’ della scuola di domani, quella che si vorrebbe vedere operativa già a settembre.
Per Celada, la pandemia ha esacerbato le differenze e ci ha dato consapevolezza di fragilità che richiedono azioni di compensazione. “Abbiamo bisogno anche di moduli didattici brevi, che favoriscano un apprendimento personalizzato. Dobbiamo andare oltre certe rigidità - ha dunque avvertito la Direttrice dell’USR -. Le modalità schematiche di insegnamento viste a volte negli ultimi mesi dagli studenti non sono proprie solo della Didattica a distanza: la DAD non ha funzionato là dove già non funzionava la didattica in presenza”.
Fondamentale allora è passare “dalla centralità dell’insegnamento a quella dell’apprendimento”. Occorre rimettere lo studente al centro dell’esperienza scolastica, in tutte le sue forme e in tutti i suoi gradi.
Lotta alla dispersione scolastica
Ma questo significa anzitutto combattere l’abbandono scolastico, come ha osservato il Direttore di TuttoScuola Giovanni Vinciguerra. Su questo fronte, misure come quella della Dote Scuola hanno permesso ad esempio alla Lombardia di “ridurre il tasso di dispersione scolastica dell’11,4% dal 2010 a oggi, passando dal 33,9% del 2010 al 22, 5% dell’anno scolastico in corso, mentre il calo a livello nazionale è stato del 10%”.
Il fenomeno dell’abbandono è “ancora troppo diffuso”, e indice di “disuguaglianze profonde” tra diverse parti del Paese, acuite in passato da un “modello statalista centralizzato e da un ugualitarismo degli insegnanti” che non premia il merito. Ora qualcosa può cambiare, anche grazie agli “1,5 miliardi del PNRR per la ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado”, ha concluso Vinciguerra. Il PNRR insomma potrebbe “anticipare un cambiamento delle politiche scolastiche verso una maggiore personalizzazione degli insegnamenti, e quindi verso una maggiore inclusione”.
Giuseppe Bertagna, Professore Ordinario di Pedagogia all’Università degli Studi di Bergamo, ha guardato invece alle novità delle scuole aperte d’estate e ai progetti che potranno essere attivati dalle autonomie scolastiche come a un banco di prova, per capire se “da settembre avremo via via un sistema dell’istruzione sempre più orientato al futuro, o se resterà ostaggio del passato”.
Le scuole aperte d'estate: un banco di prova
In particolare, Bertagna ha sottolineato come le attività da giugno a settembre vanno per la prima volta “oltre il tempo scuola che coincide con la reclusione in un’aula”: saranno dunque un’occasione per “valorizzare l’esperienza personale vissuta fuori dalle aule”.
Inoltre, la scuola estiva “è fondata sull’idea di libertà di scuole e studenti, e può prefigurare un sistema dell’istruzione che non lavora ‘per’ i cittadini ma ‘con’ le persone, per passare da servizi centralizzati uniformi a una logica di corresponsabilità decentrata per realizzarli”.
Per il Professor Bertagna, infine, le scuole aperte d’estate saranno una “cartina di tornasole” per l’innovazione della didattica e per il recupero delle competenze perse negli ultimi due anni. Ricordando che “la scuola è inutile se non dà apprendimenti”: se questo è l’obiettivo, su dunque le attività estive possono diventare un “laboratorio contro la dispersione”, meglio puntare finalmente su “attività non più per classi ma per piccoli gruppi di studenti monitorati e guidati con continuità da un docente tutor, quasi coach”.
In allegato, le slide sulla “Dote Scuola” presentate all’evento.
Per altre informazioni, visita anche la pagina dedicata a Dote Scuola sul portale di Regione Lombardia).
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