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    Brexit e ricerca, cosa cambia nelle collaborazioni con il Regno Unito

    Rimarrà membro del programma Horizon Europe e di altre iniziative UE. Medicina, i nodi da sciogliere

    di Redazione Open Innovation | 28/01/2021

L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha rappresentato una delle sfide politiche e diplomatiche più complesse degli ultimi anni. Non solo temi economici o accordi commerciali sono stati i protagonisti delle negoziazioni, ma anche la collaborazione scientifica tra UK e UE, che non ha visto però profondi sconvolgimenti.

Il Regno Unito ad esempio sarà un membro associato del programma Horizon Europe per la ricerca e l’innovazione. Gli scienziati inglesi potranno quindi continuare a lavorare a progetti europei, esattamente come i colleghi di altri Paesi membri dell’UE.

Anche per quanto riguarda la “Ricerca Nucleare”, il Regno Unito continuerà a partecipare al programma Euratom legato al progetto ITER dedicato alla fusione. La Commissione europea potrebbe inoltre facilitare un aumento dei finanziamenti Joint European Torus (JET), il reattore nucleare che sta testando le tecnologie per ITER, che ha sede proprio nel Regno Unito.

Allo stesso modo – spostandosi sul fronte delle tecnologie legato allo Spazio - l’UK continuerà a far parte del programma satellitare di osservazione della Terra Copernicus, che raccoglie dati sul clima, sulla qualità dell'aria, sulla temperatura e sulle variazioni del livello del mare, ma non parteciperà al sistema di navigazione satellitare Galileo dell’Unione Europea.

Per quel che riguarda sanità e la medicina il Regno Unito e l’UE hanno concordato di riconoscere reciprocamente gli standard di qualità dei controlli sui medicinali, ma lievi cambiamenti burocratici sono in vista per i trial clinici: le sperimentazioni guidate dal Regno Unito che interessano diversi Paesi europei dovranno ora reclutare una persona o un’organizzazione di riferimento dell’UE con le funzioni di rappresentante legale. Rimane tuttavia un tema ancora da definire nel dettaglio e che influisce su un aspetto importante della ricerca clinica: l’Unione Europea deve decidere se le norme UK sulla protezione dei dati sono adeguate.

 

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