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    Cybersecurity, nel 2020 attacchi cresciuti per il 40% delle grandi imprese

    La spesa per la sicurezza informatica sale del 4% ma restiamo in coda tra i Paesi avanzati

    di Redazione Open Innovation | 15/02/2021

Il valore della Cybersecurity in un contesto sempre più digitale è evidente e il mercato non smentisce anche nel 2020 un trend di crescita del settore che è ormai consolidato. Nel 2020 la spesa delle imprese italiane per la Cybersecurity è aumentata del 4% per un valore di mercato che arriva a 1,37 miliardi di euro. La pandemia ha generato un rallentamento rispetto al +11% del 2019, ma il settore continua a correre. L’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano ha rilevato come le aziende non abbiamo mai smesso di investire in sicurezza e innovare.

Nel corso dell’anno, per il 40% delle grandi imprese sono aumentati gli attacchi informatici rispetto all’anno precedente, un “effetto collaterale” della rapida diffusione del remote working e utilizzo di dispositivi personali. Più intrusioni hanno portato il 40% delle aziende ad aumentare gli investimenti, contro il 19% che ha tagliato il budget per la sicurezza informatica (erano solo il 2% l’anno scorso).

Gabriele Faggioli, responsabile scientifico dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano ha specificato come “il mercato italiano della Cybersecurity resta ancora limitato in rapporto al PIL, con un’incidenza di appena lo 0,07% nel 2019: circa 4-5 volte in meno rispetto ai Paesi più avanzati”.

Una problematica rilevante per le imprese italiane è quella della maturità organizzativa in questo settore: solo nel 41% delle grandi organizzazioni, emerge dal rapporto, la responsabilità della sicurezza informatica è affidata a una figura specializzata come il Chief Information Security Officer, nel 25% è in capo al CIO mentre nel 38% dei casi analizzati non è prevista nessuna relazione periodica al board circa le azioni messe in campo. Va decisamente meglio con la gestione della data protection, anche per effetto della spinta normativa esercitata dall’entrata in vigore (nel 2018) del regolamento europeo GDPR: il 69% delle imprese ha in effetti inserito in organico un Data protection officer mentre il restante 31% si avvale di figure esterne.

 

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