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Storie di innovazione
Foorban cresce ancora: il ristorante on line a domicilio incassa altri 1,5 milioni di euro
La start up nata nel 2016 da tre under 30 cambia ancora pelle, puntando sui pasti di qualità anche all’interno delle aziende e sui mercati esteri. I numeri del Food delivery
di Redazione Open Innovation | 10/04/2018
L’idea, bisogna dirlo, era buona in partenza. In un settore che non conosce crisi, quello del food delivery – in Italia, per quanto non ancora sviluppato come in altri Paesi, vale 400 milioni di euro - nel 2016 tre ragazzi sotto i 30 anni (un appassionato di cibo, un manager e l’ex socio di Chiara Ferragni) decidono di cambiare le regole del gioco. Partendo da Milano, anche in questo caso avanguardia di una nuova tendenza. Basta al cibo qualsiasi in pausa pranzo, purché consegnato a domicilio, alla solita pizza o al pasto saporito ma non proprio salutare. Sì a qualità e sostenibilità, grazie a ricette studiate da nutrizionisti, cucinate da chef con materie prima di stagione e a chilometro zero, portate a domicilio in tempi rapidi – con un occhio alla riconoscibilità: i pasti di Foorban viaggiano anche in Vespa o su un Ape Piaggio, mezzi di proprietà della società.
Nasce così Foorban, di fatto il primo ristorante on line in Italia: si va sul sito o si apre la app scaricata sul cellulare, si sceglie tra ricette che cambiano ogni settimana, si paga e in 20-30 minuti al massimo il pranzo è servito. Grazie a un processo padroneggiato dall’inizio alla fine: ideazione del menù rigorosamente bilanciati e ma sfiziosi, ordinazione, preparazione, confezionamento, consegna, tutto è studiato nei dettagli. E naturalmente a portata di app, con la quale – promette Foorban – si può completare un’ordinazione in meno di un minuto.
IL MERCATO
Una filosofia vincente e un crescendo di consensi. Anche tra i finanziatori. Dopo i primi due round da 500 mila euro all’inizio e da 650 mila ad aprile 2017, la start up milanese ha raccolto altri 1,5 milioni di euro dallo stesso gruppo di investitori privati che l’hanno sostenuta lo scorso anno, superando i 2,5 milioni di finanziamento. Fondi che Stefano Cavalesi, Marco Mottolese e Riccardo Pozzoli sanno già come utilizzare per una ulteriore innovazione del proprio business. Gli obiettivi: ampliare il servizio milanese anche alla cena, puntare alle capitali europee, predisporre un’offerta retail per le aziende – da novembre 2017 Foorban serve pasti freschi ai 500 dipendenti della sede milanese di Amazon. Il ritorno a un’offerta off line ha solide ragioni: il settore del catering aziendale rappresenta un giro d’affari di 500 miliardi su scala globale.
Intanto Foodorban ha già anticipato una tendenza: gli esperti del settore food delivery prevedono che i player già sul mercato internazionale si sposteranno sempre più dalla consegna alla produzione dei pasti da portare a domicilio. Quanto al mercato italiano, le prospettive di crescita sono ampie: 500 milioni di euro in due anni solo a Milano, secondo la stima del professor Sebastiano Grandi (docente di Consumer Behaviour and Trade Marketing della Cattolica, Corriere della Sera, 2016).
I NUMERI DI UN SUCCESSO
Foorban insomma non si accontenta dei risultati raggiunti, che pure non mancano: solo nel primo anno di vita, la start up è cresciuta di oltre il 15% mese su mese,i ricavi dell’azienda hanno visto un rialzo dell’800% annui. “Dal lancio del servizio a oggi abbiamo ideato oltre 600 ricette, servendo in tempi record migliaia di pasti”, raccontava a metà del percorso Mottolese, co-founder di Foorban e responsabile per tutti gli aspetti legati al food, una laurea in Economia e una lunga esperienza internazionale nel catering di grandi eventi. Accanto a lui Cavaleri porta le esperienze in Inghilterra e in India seguite alla laurea in International Management. Quindi Pozzoli, start upper seriale, già socio di Chiara Ferragni, con la quale nel 2016 ha creato un giro d’affari da 20 milioni di euro.
A oggi, i pranzi serviti ai 5 mila clienti milanese superano i 100 mila. Sempre Mottolese riassumeva così le ragioni del successo: “Dedichiamo tempo e risorse alla ricerca in cucina, privilegiando ingredienti di stagione, e scegliamo cotture che ci garantiscono di mantenere intatta la qualità del cibo anche dopo il trasporto. Osserviamo le tendenze e le interpretiamo per non rinunciare a varietà e gusto, mentre il supporto di una nutrizionista ci permette di formulare proposte di piatti bilanciati ed equilibrati” .
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