• Storie di innovazione

    I processi scientifici non avranno più segreti

    di Redazione Open Innovation | 21/08/2017

 

Finora, infatti, per poter filmare tali procedimenti ed avere un loro quadro dinamico, i ricercatori hanno dovuto avvalersi di un meccanismo che consiste nel riprodurre numerose volte la dinamica che si intende studiare e fotografarla ogni volta in modo tale da poter riunire successivamente immagini fisse ottenute e ricostruire i movimenti in un video, con l’inevitabile rischio di non essere precisi al 100% dal momento che difficilmente un processo potrà essere identico se ripetuto in molteplici esperimenti.

Dal lavoro dei due ricercatori svedesi Elias Kristensson e Andreas Ehn (dell’università di Lund, Svezia) però, è nata una fotocamera che rivoluzionerà il modo di studiare i procedimenti scientifici. Si tratta infatti di un apparecchio in grado di catturare ben 5 trilioni di fotogrammi al secondo, a fronte dei “soli” 100.000 registrati attualmente con i modelli standard. La fotocamera si chiama FRAME: Frequency Recognition Algorithm for Multiple Exposures. Essa si avvale per l’appunto di un algoritmo di riconoscimento di frequenza per esposizioni multiple (un algoritmo di computer), che raccoglie le diverse immagini codificandole in una sola, le quali vengono successivamente ordinate in una sequenza video. Un sistema di rilevamento talmente preciso e veloce da permettere di osservare i procedimenti chimici in tempo reale, al momento con lo scopo di essere utilizzato per filmare la combustione molecolare, ma con un potenziale di utilizzo pressoché infinito nel mondo della scienza. L’idea infatti è nata a scopo industriale, per studiare la combustione al fine di migliorare i motori delle automobili in futuro. l’applicazione della fotocamera FRAME in campo scientifico in senso lato, invece, potrebbe aprire a prospettive enormi, ad esempio apportando un contributo estremamente rilevante nel campo delle neuroscienze, dove sarebbe in grado di filmare le attività cerebrali.

In base allo stato dell’arte della medicina sperimentale, dell’ingegneria medicale e della ricerca scientifica italiana - così come pure alla vocazione industriale e chimica lombarda - pensate che uno strumento di questo tipo riuscirà seriamente a trovare applicazione nei nostri laboratori? Quali benefici e/o vantaggi competitivi, ma anche economici, potrebbe apportare alla ricerca nel nostro Paese/Regione e in quali settori?

Fonte: digitalic.it/internet

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