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    Il FinTech accelera: rischi e prospettive di crescita

    La maggiore propensione all’uso di canali digitali può spingere il settore. I nodi da sciogliere

    di Redazione Open Innovation | 31/08/2020

Tra i diversi effetti della pandemia che il mondo sta affrontando, c’è anche un’inevitabile accelerazione di alcuni processi che l’emergenza sanitaria e il lockdown hanno fatto emergere con una forza non equiparabile a periodi precedenti. Tra questi un processo di de-globalizzazione, uno di sempre maggiore attenzione alla green economy e uno di interesse per la fornitura di servizi finanziari attraverso la tecnologia, il cosiddetto FinTech.

Anche nella fase di post-lockdown gli utenti hanno sviluppato una più rapida accettazione della tecnologia e una propensione crescente all’utilizzo di canali e piattaforme digitali, il tutto a vantaggio di una rapida crescita del settore FinTech. Vi sono tuttavia alcuni rischi da non sottovalutare, come sottolineati da Consob, e cioè che “l’eventuale accelerazione della digitalizzazione dei servizi finanziari, pur essendo foriera di potenziali vantaggi per tutti i partecipanti dei mercati finanziari, potrebbe aumentare il rischio di esclusione finanziaria di alcune categorie di utenti e rendere attuali profili di attenzione, ai fini della tutela degli investitori e della stabilità dei mercati finanziari, che fino allo scoppio della crisi si era ritenuto prematuro affrontare”.

Sempre secondo l’ultimo rapporto Consob chi ha la possibilità di rimodulare e adattare i propri modelli di business in funzione del contesto in maniera efficiente e rapida ha la possibilità di essere un protagonista nel panorama dell’innovazione.

Quello dei prodotti e servizi dell’ambito bancario e finanziario rappresentano un settore con grandi potenzialità di sviluppo grazie all’evoluzione tecnologica. Uno sviluppo che può però avvenire solamente in un contesto di potenziamento della connettività e di innalzamento delle competenze digitali e finanziarie, che in Italia ancora non si attesta ai livelli medi europei. Questo dunque rimane uno dei nodi da sciogliere per rendere il Paese competitivo in uno dei settori dalla crescita più promettente.

 

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