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Storie di innovazione
Passione bike sharing: dal PoliMi la bici elettrica a flusso libero con antifurto e sensore inquinamento
Milano si conferma laboratorio della “ciclabilità condivisa” e sfida i leader cinesi del mercato. “Bitride” punta su potenza, geolocalizzazione e raccolta dati. Disponibile da aprile
di Redazione Open Innovation | 15/03/2018
Puntando su potenza, sensori e geolocalizzazione, è il Politecnico di Milano ad allargare il mercato delle biciclette a Milano, che così si conferma laboratorio italiano della “ciclabilità condivisa”. Ai tre servizi attivi nel capoluogo lombardo se ne aggiunge uno nuovo realizzato da Zehus, società spin-off del Politecnico. Attualmente infatti in città sono presenti le cinesi a flusso libero Ofo e Mobike e lo storico servizio Bikemi, legato invece alle rastrelliere del Comune.
La proposta di Zehus – che prende il nome di “Bitride” - punta su free floating a pedalata assistita: sono 50 le bici già disponibili per studenti e docenti del Politecnico in Città Studi e Bovisa e saranno 350 quelle destinate a tutti i cittadini a partire da aprile, a pagamento.
IN SELLA A BITRIDE
L’offerta di bici elettriche non è la sola novità di Bitride, visto che per ricaricare la batteria della bicicletta non saranno più necessarie le classiche colonnine: la due ruote messa a punto da PoliMi si ricarica da sola, sfruttando il movimento, quando il ciclista percorre una discesa o è in fase di rallentamento. I mezzi di Bitride dispongono infatti di un sistema elettrico grazie al quale recuperano energia in frenata e dagli utenti disposti a pedalare di più. Avranno inoltre stop e segnalatori di direzione automatici su un bauletto posteriore, dove è posizionato un lucchetto digitale: un sensore per rilevare i livelli di inquinamento, un tracker che farà da localizzatore e da sistema di connessione.
L’UTILITA’ SOCIALE
Grazie alle tecnologie legate all’Internet delle Cose, l’ultima ebike milanese sarà in grado di valutare la qualità del manto stradale così da suggerire al Comune gli interventi necessari, i percorsi più gettonati dagli utenti e profilerà il loro comportamento.
Zehus ha trovato anche una soluzione per monitorare gli atti di vandalismo: un algoritmo assegnerà un punteggio ai ciclisti in base al comportamento, per cui gli utenti “indisciplinati” pagheranno di più il servizio, mentre chi è corretto sarà premiato.
La soluzione arriva anche contro i parcheggi impropri. Le bici a flusso libero, per definizione, possono essere lasciate ovunque. La localizzazione Gps assume quindi un ruolo precauzionale: consentirà di sapere sempre dove sono i mezzi, prevenendo furti e parcheggi in cortili privati; il motore, in caso di spostamento in luoghi inadatti o da parte di qualcuno non riconosciuto come utente, funzionerà come freno. In prossimità di stazioni e luoghi molto frequentati le bici saranno agganciate una all’altra, riducendo lo spazio occupato e il disordine. Mentre ai ciclisti che sceglieranno di parcheggiare dove non ci sono già altri mezzi sarà assegnato una premio.
I NUMERI DEL BIKESHARING A MILANO
Il Bike-sharing a Milano ormai è una realtà consolidata. BikeMi, il servizio di Atm, oggi conta infatti più di 4500 bici sparse (di cui circa mille elettriche) nelle oltre 280 stazioni cittadine. Una vera e propria «rivoluzione» della mobilità che ha visto dal 2009 a oggi un trend di crescita costante sia per gli abbonamenti - passati dagli 8.400 del 2009 agli oltre 59 mila dello scorso anno - sia per quanto riguarda i prelievi che sono passati, sempre nello stesso periodo, da 88 mila a oltre 2 milioni 200mila.
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