Una maggiore sostenibilità può anche essere un traguardo condiviso dalle imprese, ma non è detto che nella pratica di ogni giorno queste sappiano come perseguirla in concreto.
Un’impasse ora affrontata e risolta da una startup, Ecomate, che per la sua carica innovativa è presentata anche su Lombardia 2030, la sezione di questa piattaforma dedicata alle iniziative del territorio in linea con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
L’intuizione e gli strumenti digitali
“Siamo i primi ad avere sviluppato uno strumento per far entrare la sostenibilità nella quotidianità delle imprese” sintetizza allora Alan Gallicchio, founder e AD di Ecomate, un Bachelor in Computer Science e tante esperienze all’estero. Ancora una volta, la strada per la sostenibilità delle imprese - “ambientale, ma anche economica e sociale” sottolinea il manager - passa dal digitale.
Punto di forza di Ecomate è infatti una piattaforma software, a basso costo e facilmente accessibile, capace di ‘fotografare’ con la massima precisione lo stato dell’arte delle aziende e di produrre poi un report dettagliato (scaricabile anche come pdf) che ne individua le criticità. Poi traduce l’analisi in un rating di sostenibilità elaborato grazie a tecniche di Intelligenza Artificiale con un processo automatizzato e dunque anti-frode, che a differenza delle tradizionali autovalutazioni garantisce anche la veridicità delle informazioni inserite dall’azienda. A conclusione di questo percorso, Ecomate offre alle imprese soluzioni personalizzate per migliorare sotto tutti i profili analizzati.
Come funziona
Lo strumento, utilizzato all’inizio da grandi corporate, è stato poi adattato anche alle esperienze delle singole PMI, e proprio questa settimana Ecomate ha lanciato un accesso freemium a loro dedicato.
“Abbiamo messo a punto un modello di valutazione molto articolato, adattabile - spiega dunque Gallicchio - costruito grazie alle visite in moltissime tipologie di aziende e PMI”. Le risposte vengono poi elaborate dall’algoritmo che è un po’ il marchio di fabbrica di Ecomate, per fornire un punteggio che varia da 0 a 100.
La novità e il rating ESG
Si tratta di una svolta, considerando che le PMI sono le imprese più diffuse nel tessuto economico italiano e al tempo stesso i soggetti a oggi meno coinvolti nella transizione a un diverso modello di produzione e sviluppo. Sia per un’obiettiva carenza di mezzi e fondi, rispetto alle grandi aziende, sia per a una normativa che, ad esempio, a livello Ue ancora non le obbliga a redigere un bilancio di sostenibilità. Non a caso, a oggi la sostenibilità come mission era rimasta appannaggio più dei marchi noti o di big corporate.
Nel dettaglio, il questionario di Ecomate richiede alcune ore, il tempo varia in base all’esperienza di chi lo compila, e copre 11 diversi moduli - energia, rifiuti, salute e sicurezza, trasparenza, responsabilità sociale, etica professionale, ambiente, gestione rifiuti, prodotti e servizi, innovazione -, tenendo conto nel complesso di ben 150 parametri di sostenibilità e dell’allineamento dell’impresa rispetto a più di 300 standard o certificazioni nazionali e internazionali.
Il rating ESG (Environmental, Social and Governance) delle imprese, ottenuto elaborando le risposte al questionario, si accompagna poi a suggerimenti per migliorare le proprie performance. “Le soluzioni sono davvero ampie e si articolano in centinaia di schede, a seconda della tipologia di impresa: si va da contenuti introduttivi sulle varie tematiche alle normative italiane ed europee da seguire per evitare sanzioni, dagli impatti ambientali all’indicazione di alcune best practice e di ecobonus, incentivi e bandi che possono supportare concretamente l’azienda”.
Gli sviluppi futuri: la centralità delle istituzioni
Finora Ecomate si è rivolto soprattutto alle corporate, permettendo loro tra l’altro di avere un quadro del livello di sostenibilità lungo la Supply Chain: erano dunque le grandi aziende a coinvolgere nel processo di autoanalisi e cambiamento i propri fornitori di piccole dimensioni.
“Come passo successivo, oltre a quello citato del nuovo canale diretto instaurato per le PMI, vorremmo avviare partnership con istituzioni e associazioni collegate a un gran numero di imprese, che vediamo come un potente driver di cambiamento per diffondere il nostro strumento e la nostra filosofia in un’ottica di maggiore inclusione e supporto”, racconta ancora il founder.
Non solo: il rating Ecomate guarda anche a fondi di investimento e banche, che in base a una recente normativa (Sustainable finance disclosure regulation o SFDR, ) “avranno l’obbligo di rendicontare anche il grado di sostenibilità delle imprese finanziate”. Obiettivo, la creazione di un circolo virtuoso che vede premiate - tramite crediti o incentivi - le PMI che hanno raggiunto un rating di sostenibilità più alto sulla base del report di Ecomate.
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