Quando si parla di innovazione si parla spesso di start-up; il fenomeno delle nuove aziende si è sviluppato in modo significativo soprattutto in Regione Lombardia.
Si tratta infatti della regione con il maggior numero di start-up innovative. Allo stesso modo si sono diffusi i modelli degli incubatori ovvero luoghi di accompagnamento fisico e di servizi delle aziende neonate. In questo contesto si inserisce con una certa disincronia la decisione di far passare l’ampliamento dei metri quadri necessari per gli incubatori da 400 a 500 metri quadrati.
Dietro a tale scelta sembra esserci la necessità di far emergere in modo significativo e veloce quelle che sono le eccellenze; non necessariamente però le start-up e le idee più innovative devono trovarsi all’interno di incubatori territoriali. Concorde nel dare maggiore spazio alle realtà che creano valore e innovazione di servizio, processo o prodotto ho però scelto modalità di incubazione differenti, puntando su risorse umane con un alto capitale umano e sociale. Chiedo quindi, quali sono le vostre esperienze in merito a incubatori e servizi ad essi connessi?
Penso che la missione più importante di un incubatore sia quella di fornire gli strumenti necessari per trasformare un’idea in un progetto imprenditoriale realizzabile. Un obiettivo che non deve essere rivolto solamente alle giovani startup, ma a ogni professionista interessato a sviluppare un nuovo percorso professionale. Per quanto riguarda gli spazi penso che gli incubatori rappresentino oggi una grande opportunità per recuperare tanti contesti industriali abbandonati in cui potrebbero nascere proprio le imprese del futuro. Riguardo alle decisione di fissare a 500 metri quadrati lo spazio minimo obbligatorio per un incubatore è necessario considerare le due facce della medaglia: da una parte l’esigenza di tagliare fuori chi cerca di sfruttare le agevolazioni date agli incubatori; dall’altra però sembra difficile capire una decisione che cerca di dare una misura in metri quadrati allo spazio necessario per poter incubare idee innovative. Basti pensare ai casi di Apple o di Google, in cui lo spazio non è stato uno elemento imprescindibile del loro successo visto che sono nate in un garage. Viene quindi da pensare che forse si potrebbero trovare soluzioni migliori che non penalizzino incubatori che hanno tutte le carte in regola per esserlo ma che non possiedo lo spazio sufficiente.
Stefano Poggi
15/02/2017 at 17:22
Penso che la missione più importante di un incubatore sia quella di fornire gli strumenti necessari per trasformare un’idea in un progetto imprenditoriale realizzabile. Un obiettivo che non deve essere rivolto solamente alle giovani startup, ma a ogni professionista interessato a sviluppare un nuovo percorso professionale. Per quanto riguarda gli spazi penso che gli incubatori rappresentino oggi una grande opportunità per recuperare tanti contesti industriali abbandonati in cui potrebbero nascere proprio le imprese del futuro. Riguardo alle decisione di fissare a 500 metri quadrati lo spazio minimo obbligatorio per un incubatore è necessario considerare le due facce della medaglia: da una parte l’esigenza di tagliare fuori chi cerca di sfruttare le agevolazioni date agli incubatori; dall’altra però sembra difficile capire una decisione che cerca di dare una misura in metri quadrati allo spazio necessario per poter incubare idee innovative. Basti pensare ai casi di Apple o di Google, in cui lo spazio non è stato uno elemento imprescindibile del loro successo visto che sono nate in un garage. Viene quindi da pensare che forse si potrebbero trovare soluzioni migliori che non penalizzino incubatori che hanno tutte le carte in regola per esserlo ma che non possiedo lo spazio sufficiente.