Il futuro dell’ingegneria biomedica si stampa in 3D
Fabiana Cerrone
Published on 19/07/2017
Last update: 20/07/2017 at 15:46
L’innovazione della stampante 3D applicata all’ ingegneria biomedica sta contribuendo in maniera determinante alla risoluzione di problematiche fino ad oggi considerate insuperabili, lasciandoci pensare che le soluzioni ad esse legate siano finalmente ad un orizzonte alla nostra portata. Le applicazioni sono tra le più svariate.
In Svizzera, ad esempio, dai ricercatori del Politecnico Federale di Zurigo è stato stampato un cuore in silicone interamente in 3D e del tutto simile ad un cuore umano, composto da due ventricoli e in grado di contrarsi grazie all’azione meccanica dell’aria. Il prototipo è stato testato con un liquido che ha le stesse caratteristiche fisiche e di viscosità del sangue, funzionando correttamente per 45 minuti. Grazie ad un cuore artificiale si potrebbe far circolare il sangue di pazienti in attesa di trapianto o con gravi problemi cardiaci con un metodo alternativo alle ingombranti e fragili pompe extracorporee.
Ma grazie all’aiuto della stampa in 3D di organi umani, si potrebbe addirittura arrivare a scongiurare la sterilità di donne che non hanno più la possibilità di portare avanti una gravidanza a seguito di cure oncologiche, o di bambine alle quali sia stato curato il cancro prima che raggiungessero la pubertà, alterandone il “lavoro” ormonale e bloccandone la fertilità. I ricercatori della Northwest University di Chicago sono riusciti a stampare un ovaio in 3D in inchiostro di gelatina, che hanno poi impiantato su 7 topi femmine alle quali erano stati previamente espiantati gli organi naturali. Riproducendo le cavità dei follicoli e studiandone dimensioni e temperatura hanno notato che l’organo artificiale è stato subito vascolizzato e le cellule dei follicoli hanno iniziato a maturare grazie alla stimolazione ormonale e a rilasciare ovociti. Dall’accoppiamento del campione, sono nate ben tre cucciolate di topolini sani, mentre le madri sono state in grado anche successivamente di allattarle, dimostrando che il sistema ormonale continuava a funzionare anche dopo l’espianto degli organi naturali. Al momento si pensa di spostare gli esperimenti su animali di taglia maggiore (come i maiali), prima di arrivare alla sperimentazione sugli esseri umani.
Cosa pensate riguardo all’applicazione di questa tecnologia all’ingegneria biomedica e del suo possibile futuro? Conoscete altri casi di organi stampati in 3D o state lavorando a progetti in materia? Sarebbe interessante condividere punti di vista e lavori in proposito.