La circolarità fa bene all'economia
Antonio Santangelo
Published on 24/07/2017
Last update: 06/02/2018 at 14:21
Da almeno un lustro la Fondazione Ellen MacHarthur ha coniato il concetto di economia circolare, ora anche l’Italia prova ad affrontare il tema, grazie a un’iniziativa dei due ministeri: quello dell’Ambiente e il MISE. E’ online la consultazione sul documento “Verso un modello di economia circolare per l’Italia”.
L’economia circolare tenta di sviluppare uno sguardo olistico sui processi di produzione e consumo, cercando di individuare meccanismi virtuosi che consentano di rendere concreto il tema della sostenibilità ambientale attraverso la progettazione e la produzione dei prodotti che ne favorisca il riutilizzo in tutto o in parte.
La Fondazione ha pubblicato uno studio, ripreso poi da McKinsey, che analizza la circolarità dei processi in settori come la mobilità, i prodotti alimentari e l’edilizia. In tutti e tre i settori lo spreco di risorse è macroscopico, riassumibile in qualche schematico esempio:
Mobilità: un’auto privata è ferma per il 92% del tempo, il restante 8% è in movimento (5%), ferma in ingorghi (1%), in ricerca di un parcheggio (1,6%); in media trasporta 1,5 passeggeri a viaggio. Il 50% dello spazio in una città è occupato da strade, parcheggi, distributori, semafori, cartelli, stradali, svincoli.
Cibo: Solo il 69% del cibo prodotto viene consumato, il resto viene sprecato o perso, durante il consumo (11%) o lungo la catena distributiva (20%). La metà della popolazione europea è sovrappeso (30%) o obesa (20%), il 5% è denutrita. L’obesità è responsabile del 5% dei decessi. In compenso dal 35 all’85% delle terre coltivabili sono affette da processi di degrado.
Edilizia: dal 10 al 15% del materiale viene perso durante la costruzione, il 60% degli uffici non viene utilizzato durante le ore di lavoro, dal 20 al 40% dell’energia utilizzata nelle abitazioni può essere risparmiata, l’utilizzo di prefabbricati può far risparmiare dal 30 al 60% dei costi di costruzione.
Sprechi altissimi che con opportune tecniche di progettazione e con un approccio a riutilizzare gli scarti possono essere ridotti o trasformati in valore.
L’iniziativa dei ministri Galletti e Calenda è perciò orientata a utilizzare l’innovazione per incrementare sostenibilità e competitività del made in Italy. Tutto ciò è possibile se si cambiano i modelli di business e se si usa la ricerca per individuare nuove opportunità.
Alcuni dei progetti finanziati dagli Accordi per la ricerca in Lombardia vanno in questo senso: Agromatrici intende produrre fertilizzanti rinnovabili da rifiuti urbani per sostituire fertilizzanti chimici; Ariston intende produrre pompe di calore a ridotti consumi energetici per la riqualificazione degli edifici urbani; Iterchimica riutilizza rifiuti industriali e raccolte differenziate per produrre asfalti per strade ecologiche.
In tema di rigenerazione urbana c’è da citare anche il Bosco Verticale di Boeri a Milano, premiato e desiderato da Chicago, capitale mondiale dell’architettura di frontiera.
L’Europa ha deciso di puntare pesantemente sull’economia circolare. Uno studio di Fondazione MacHarthur calcola che gli investimenti della Commissione in questo settore ammonteranno a 320 Mdi € nel 2025, così ripartiti: 115 Mdi per interventi sull’ambiente (produzioni agricole, materiali per l’edilizia e altro); 70 Mdi per rigenerazione del suolo, energia da scarti e agricoltura urbana; infine 135 Mdi in mobilità e trasporti.