Il rischio della velocità, perdere di vista la dimensione del Tempo

Vorrei proporre una stimolazione su temi di maggior respiro ma che hanno una profonda relazione con l’innovazione e l’organizzazione.

Parto da una preziosa riflessione di Cosimo Pacciani che nel suo blog si occupa di rispondere ad un quesito amletico: ma se ci fossimo sbagliati? L’articolo prende le mosse da un saggio di Chuck Klosterman ('But what if we were wrong? Thinking about the present as if it were the past’ Blue Rider Press 2017) che pone il quesito rispetto ad una dimensione temporale, mettendo in dubbio le nostre valutazioni sulla base del fatto che sono legate ad una dimensione presente. Alla prova del Tempo, cosa veramente si rivelerà giusto e sbagliato, di valore o assolutamente dimenticabile.

Pacciani utilizza questa sollecitazione e si pone un altro dubbio: l’enfasi sulla velocità ci sta bloccando sul presente, così influenzando scelte e opzioni. Una prospettiva diversa, basata su una interpretazione del Tempo concentra su una scala più ampia, porterebbero a rivalutare paradigmi, modelli e strategie?

La velocità impone un enfasi sul “quasi”, una concentrazione sull’approssimazione dettata dall’impossibilità di fermarsi e verificare, discutere, studiare, perfezionare. Non a caso questa è anche l’epoca del “meno peggio”, delle opzioni sovrapposte e non discriminate.

Mi chiedo, allora, se anche nell’innovazione si possa fare la stessa considerazione: la relazione tra nuove tecnologie e persone è influenzata da una visione forzatamente ed esclusivamente focalizzata sul breve termine? Mi viene in mente il paradosso delle auto TESLA, icone dell’innovazione eco-sostenibile, tacciata di essere, sul medio e lungo periodo, oggetti altrettanto inquinanti (per ciclo di produzione e smaltimento) oppure - citando sempre Cosimo Pacciani - lo sviluppo di generazioni sempre meno esposte al sacrificio e alla fatica.

Certamente il mondo dell’innovazione sembra non sufficientemente concentrato e coinvolto da discussioni etiche e filosofiche che invece lo riguardano molto.

Mi rivolgo alla community di Open Innovation per chiedere la vostra opinione.