Antonio Santangelo

Antonio Santangelo

Published on 22/11/2017

Published at 22/11/2017 at 12:28
Last update: 06/02/2018 at 14:04
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I dati di una recente analisi dell’ultima rilevazione PISA dell’OCSE (2015) verificano la predisposizione dei giovani a collaborare alla soluzione di problemi. Sono state somministrate a circa 125.000 quindicenni in 52 paesi domande che analizzano per la prima volta il modo in cui gli studenti collaborano come gruppo, il loro atteggiamento nei confronti della collaborazione e l'influenza di fattori come il genere, attività extrascolastiche e contesto sociale.

Nella società della conoscenza, che assegna un valore crescente alle abilità socializzazione, i sistemi educativi hanno il compito di promuovere sistematicamente tali competenze attraverso i programmi ad hoc; i genitori e la società in generale devono accompagnare questo processo.

L’indagine evidenzia che gli studenti con migliori competenze di lettura o matematica tendono ad essere più capaci nella risoluzione di problemi collaborativi perché la gestione e l'interpretazione delle informazioni e la capacità di ragionare sono essenziali per risolvere i problemi. PISA verifica che Giappone, Corea e Singapore in Asia, Estonia e Finlandia in Europa e il Canada in Nord America, tra i primi nelle performace generali sono anche i primi nel problem solving collaborativo.

Interessante il dato al femminile: le ragazze fanno meglio dei ragazzi in tutti i Paesi e in tutte le economie che hanno superato il test, con un vantaggio equivalente a un semestre (29 punti). In media, nei paesi OCSE, le ragazze hanno una probabilità 1,6 volte maggiore rispetto ai ragazzi di essere i migliori nella risoluzione dei problemi collaborativi. In un test di problem solving del 2012, però individuale, i risultati evidenziavano che i ragazzi si comportavano meglio delle ragazze.

Non ci sono differenze significative, invece, nelle prestazioni degli studenti svantaggiati o tra studenti immigrati e non immigrati. Ma l'esposizione alla diversità in classe tende ad essere associata a migliori capacità di collaborazione. Ad esempio, in alcuni Paesi gli studenti senza un background di immigrati ottengono risultati migliori negli aspetti specifici della collaborazione del test quando frequentano scuole in cui si registra una vasta presenza di studenti immigrati.

Tra gli aspetti che influiscono positivamente sulla collaborazione ci sono l’educazione fisica e lo sport, l’accesso a internet e ai social network sembrano far registrare punteggi leggermente più alti rispetto ad altri.

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