Intervista a Luisa De Cola, Medaglia Natta per la Chimica, Professore dell'Università Statale di Milano
Redazione Open Innovation
Published on 09/03/2021
Last update: 09/03/2021 at 12:04
09 marzo 2021
Materiali - idrogel - iniettabili, per rimuovere tumori senza danneggiare gli organi (chirurgia non invasiva) o per ‘tappare’ lacerazioni e ricostruire tessuti (Medicina Rigenerativa); nano contenitori per veicolare farmaci in dosi minori e senza effetti collaterali (Medicina di Precisione), anche questi biocompatibili; e ancora nano materiali per diagnosi più efficaci.
Queste le frontiere della ricerca di Luisa De Cola, prima donna a ricevere la Medaglia “Giulio Natta”: sorta di ‘Nobel italiano’ per la Chimica, assegnato ogni tre anni dalla Società Chimica Italiana (SCI) a scienziati che si sono distinti a livello nazionale e internazionale. Negli anni ha premiato, tra gli altri, il Premio Nobel Jean-Marie Lehn e il professor Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri.
De Cola è un ‘cervello di ritorno’: ha costruito la sua lunga carriera all’estero - Stati Uniti, Olanda Germania, Francia -, è stata tra i primi a studiare i LED organici e a interessarsi di nanomateriali. Poi a settembre 2020 è tornata in Italia: chiamata come “Professore di Chiara Fama” all’Università Statale di Milano, è docente di Chimica generale e inorganica al Dipartimento di Scienze farmaceutiche dell’ateneo oltre a essere ricercatrice all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.
In questa video intervista De Cola ci racconta dunque le proprietà dei ‘suoi’ nanomateriali. Ma anche come la sua passione per la scienza da bambina ha contribuito a farle tagliare i traguardi di oggi.
La scienziata lancia poi un messaggio a politica e rettori riguardo gli ostacoli che la ricerca incontra in Italia, in particolare quella universitaria, sollecitando ad esempio una maggiore multidisciplinarietà e un maggiore coinvolgimento dell’industria.
A settembre 2021 De Cola riceverà la Medaglia Natta, mentre il 26 marzo sarà la volta dell’AIMBE (American Institute For Medical and Biological Engineering) Fellow, per i suoi contributi alla creazione di materiali ibridi per il delivery di farmaci e biomolecole.
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