Nel settore medicale sono una presenza sempre più importante, ormai in utilizzo da tempo e oggetto di continui sviluppi e attività di ricerca. Le stampanti 3D si rivelano ogni giorno di più di grande importanza per medici e pazienti: basta caricare nel software il modello scansionato, ad esempio quello di un osso rotto e la periferica, rilasciando strato dopo strato il materiale metallico o più spesso un polimero termoplastico, lo ricostruisce riproducendone le misure con precisione assoluta.
Risultati già di altissimo livello, in particolare nella ricostruzione delle ossa, a cui si aggiunta di recente la notizia che a Firenze, per la prima volta in Europa, è attiva una stampante che replica i tessuti umani, compresi muscoli e sistemi vascolari: uno strumento che verrà messo a disposizione di ospedali, università e centri di ricerca, per la formazione dei medici e il training in vista di operazioni chirurgiche complesse
Il modello Stratasys J750 DAP (Digital Anatomy Printer) non copia solo la forma e l’aspetto estetico ma anche la consistenza dei diversi tessuti umani e di interi organi, utilizzando resine fotosensibili. Dovendo ricostruire un organo complesso (come una mano, ad esempio), è in grado di utilizzare allo stesso tempo diversi materiali costruttivi di diverse consistenze - per la pelle, i muscoli, le ossa e le vene con lo spessore di 1,5 mm - e di ricostruire così perfettamente l’organo, in funzione dei dati raccolti da una TAC o da una Risonanza Magnetica eseguite sui pazienti.
Dunque, oltre alla realizzazione di protesi le stampanti 3D possono essere molto importanti per offrire ai medici una riproduzione perfetta di un organo malato, con cui esercitarsi per gli interventi chirurgici in programma e su cui studiare nel caso di personale in formazione.