Nel 2020 il Banco Farmaceutico ha celebrato 20 anni di attività nati da un’intuizione: quella per cui i cosiddetti ‘ultimi’ hanno bisogno di cibo, di una casa, di vestiti ma anche di medicinali.
Per questo, partendo da Milano ed estendendosi a tutta Italia, ormai dal 2000 il Banco Farmaceutico organizza ogni anno la Giornata di Raccolta del Farmaco (GRF), in cui migliaia di volontari del Banco si danno appuntamento nelle farmacie aderenti per raccogliere i farmaci che i clienti decidono di donare, per poi consegnarli a oltre 1.800 associazioni di assistenza sul territorio: dalla Caritas all’Opera San Francesco, il Banco sostiene così gli sforzi di chi quotidianamente si confronta con la povertà.
In cifre: la GRF che solitamente si tiene febbraio, e che anche quest’anno si è prolungata per una settimana, ha permesso di raccogliere 468 mila confezioni di medicinali donati per un valore di 3,5 milioni di euro, che poi saranno distribuiti a 434 mila persone bisognose. Per quel che riguarda la Lombardia, in particolare, qui il Banco ha raccolto 138.500 farmaci del valore di 1,1 milioni, oltre 129 mila le persone indigenti aiutate: quasi un quarto sono bambini (22,2%).
Negli anni poi la Fondazione BF ha deciso di accendere i riflettori sui bisogni a cui dà risposta anche tramite un nuovo strumento, l’Osservatorio sulla povertà sanitaria, forte di un Comitato scientifico - in cui siedono tra l’altro i presidenti di ISTAT, IRCCS Mario Negri, ACLI - coordinato del professor Giancarlo Rovati, ordinario di Sociologia all’Università Cattolica di Milano.
Azioni che inquadrano il Banco Farmaceutico tra i progetti presentati nella sezione Lombardia 2030 di questa piattaforma, dedicata alle realtà che perseguono i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030.
Poi è arrivata la pandemia di Covid-19 e “ci siamo scoperti tutti un po’ poveri”, riassume Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus. Prima, il Banco raccoglieva prodotti che siamo abituati a dare per scontati, ma che le difficoltà economiche possono trasformare in beni ‘di lusso’, inavvicinabili: analgesici, antipiretici, antinfiammatori, lo spray per il raffreddore e i farmaci per i dolori articolari, gli oftalmici. Ma anche, per dire, vitamine e sali minerali, utili alla prevenzione.
Con l’esplodere della pandemia, la Fondazione Banco Farmaceutico ha ampliato la sua azione ai Dispositivi di protezione individuale per medici, infermieri, personale delle realtà assistenziali e delle strutture sanitarie coinvolte nell’emergenza: mascherine, gel, tute protettive. Oltre 452.600 quelli consegnati nel corso del 2020 solo in Lombardia, oltre a 162 mila farmaci, per un totale di 1,67 milioni di prodotti (tra farmaci, integratori, presidi e DPI) per 67 realtà assistenziali e 75 strutture sanitarie del territorio lombardo
“Abbiamo trovato molta generosità - racconta dunque il presidente Daniotti -, che si è concretizzata in tante donazioni: da parte delle aziende farmaceutiche e da privati, con grandi cifre come con piccole offerte sono davvero molti quelli che hanno voluto sostenerci”.
Forze che si sono aggiunte a quelle che da anni collaborano con il BF, vedi le 48 aziende farmaceutiche grazie a cui la Fondazione è in grado di garantire agli enti assistenziali un approvvigionamento di farmaci durante tutto l’anno: non solo farmaci per l’automedicazione ma anche con obbligo di prescrizione.
Gli scenari futuri
Una realtà strutturata, dunque, che si prepara a gestire le richieste di aiuto in un futuro pieno di incertezze. Due dati su tutti colpiscono il presidente Daniotti. “Come sottolineato anche dall’AIFA, e come ci segnalano gli enti assistenziali con cui lavoriamo, in questi primi mesi del 2021 è cresciuta la richiesta di ansiolitici”. Segno evidente di un clima difficile.
Altro dato, quello da poco riportato dall’ISTAT secondo cui “in Italia nel 2020 ci sono 355 mila famiglie povere in più rispetto al 2019, pari a un milione di persone: per la povertà assoluta è dato più alto dal 2005, che ci riporta indietro di ben 15 anni”. E questo, sottolinea Daniotti, in un contesto in cui “abbiamo ancora il blocco dei licenziamenti e degli sfratti: se già oggi la situazione è grave, dobbiamo purtroppo temere che la povertà possa crescere ancora, nel breve termine”.
Ecco allora che un contributo come quello del Banco Farmaceutico si conferma importante. Daniotti invita comunque a un impegno di tutta la società, prendendo a esempio un’altra delle tante iniziative della Fondazione BF - accanto alla raccolta ordinaria ci sono anche progetti straordinari, per portare aiuti in contesti di emergenza all’estero - ovvero il Recupero farmaci validi non scaduti (RFV), attivo dal 2015.
Si tratta dalla raccolta di “farmaci inutilizzati, integri, con almeno altri 8 mesi di validità - spiega Daniotti -: una pratica poco diffusa in Europa e molto più negli USA. Eppure anche solo dieci confezioni recuperate possono fare la differenza: in termini sociali, economici ma anche ambientali, visto che si evita la distruzione di farmaci”.
Anche in questo caso dunque tutti possono fare la loro parte, con una maggiore attenzione per evitare un possibile spreco.
Scopri di più sui progetti presentati e racconta anche tu la tua iniziativa di sostenibilità ambientale, economica e sociale su Lombardia 2030.