Un ex mulino abbandonato da tempo, una vasca di laminazione che ‘interrompe’ il paesaggio, il sogno di un’associazione e alcuni appassionati, quello di riuscire a ripensare e ridisegnare questi spazi per dare loro nuove funzioni e nuovi significati facendone un Centro di iniziative e buone pratiche all’insegna di sostenibilità ed economia circolare.
Ecco la storia dietro “Casamatta”, progetto di Legambiente Varese Onlus per la riqualificazione e il recupero a usi sociali dei Mulini di Gurone a Malnate (VA) ora presentato anche su Lombardia 2030, la sezione di questa piattaforma dedicata alle iniziative del territorio in linea con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030.
Una storia che in larga parte coincide con quella di Marco Zanini, architetto e tutor al Politecnico di Milano ma soprattutto appassionato promotore di rigenerazione urbana sul territorio, a partire da quello della sua Varese.
L’incontro tra la sua esperienza, già messa al servizio di altre associazioni della zona, e Lagambiente Varese è la ‘scintilla’ che dà nuova vita a “Casamatta”, estensione di un precedente progetto - l’Anello sul fiume - finanziato da un bando Cariplo del 2015.
Uno spazio unico
Molti anni fa infatti Legambiente ha raccolto fondi per diventare proprietaria di questo ‘unicum’ urbanistico: un mulino non più attivo, circondato da un piccolo borgo e da un terrapieno di forma circolare, che lo protegge da eventuali piene. L’insieme infatti si trova nel bel mezzo di una vasca di laminazione che - anche se molto raramente - ha lo scopo di lasciarsi invadere dal rilascio controllato delle acque del vicino fiume Olona, quando la diga costruita a valle si chiude per diminuirne la portata.
L’obiettivo dell’associazione è dunque quello del recupero dell’ex Mulino per farne un centro per il volontariato ambientale. Ma “le spese si rivelano subito superiori alle disponibilità”, spiega Zanini. Occorre poi un’idea una nuova visione complessiva che sappia restituire alla collettività questo spazio. E qui entra in campo il giovane laureato in architettura, che insieme ad altri due amici suggerisce la strada dell’autocostruzione e del recupero.L’altra spinta arriva dal bando Emblematici provinciali di Fondazione Cariplo, grazie a cui nel 2018 Legambiente Varese ottiene un cofinanziamento di 100 mila euro per il progetto, per un valore finale complessivo di 200 mila euro.
Gli obiettivi di oggi e quelli di domani
“Abbiamo voluto prendere uno spazio senza più alcune funzione per farne un esempio reale di economia circolare praticata - spiega dunque il referente del progetto -. Non solo a partire dal 2023, quando il recupero sarà completo per l’intera struttura, ma fin dai nostri primi passi”. E dunque: l’obiettivo a lungo termine è appunto quello di creare in questa Casamatta - termine che rimanda a una costruzione fortificata - un ostello e un Centro di volontariato ambientale e per il Ciclo escursionismo, una sede insomma per le iniziative, anche internazionali, di volontariato ecologico promosse da Legambiente.
Un esempio? “L’ultima, prima della pandemia, ha interessato il recupero dei sentieri interni a un parco della zona, in un altro caso sono stati sistematici argini e ponticelli lungo un corso d’acqua. Sono ‘campi’ a cui partecipano molti giovani, in arrivo anche dall’estero”.
Ma il Centro - con l’Ostello per accogliere i volontari, al primo piano della Casamatta,- verrà realizzato poco per volta. Nel frattempo, l’obiettivo a breve termine diventa quello di un lavoro di riqualificazione, a cui Zanini ha impresso una direzione precisa: “Abbiamo già sistemato un bagno, realizzato una cucina, portato degli arredi: tutto con materiali di scarto - mattoni, serramenti, sughero, legno - recuperati grazie alla collaborazione con imprese della zona”.
Rigenerazione e riuso
Non solo: alcuni studenti del Politecnico di Milano hanno realizzato qui “una parete e un piccolo bovindo, sempre con materie seconde”, grazie al laboratorio di riqualificazione urbana condotto con il professor Gianluca Brunetti.
Casamatta vuole dunque sposare la filosofia del riuso e - sempre in un’ottica di economia circolare, applicata anche alle piccole azioni quotidiane - scegliere la strada dell’autoproduzione di pane e ortaggi, grazie all’orto già avviato e a un forno autocostruito con materiali di scarto. Intorno a orto e forno potranno essere costruite in future attività sociali e artigianali, aperte anche al territorio.
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