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    Ecco InTribe, startup al femminile: con i Big Data prevede cosa vorranno i consumatori

    Incassa premi e investimenti. Ma nel tech rimane un’eccezione

    di Redazione Open Innovation | 28/03/2019

In poco meno di un mese, con la loro tech start up, hanno vinto un premio e due contest dedicati all’innovazione tecnologica. Mirna Pacchetti e Marzia Di Meio, la prima chief executive officer e qualitative data scientist e la seconda chief operating officer e project manager PaaS (Platform as a Service, i servizi Cloud che forniscono ambienti per favorire la crescita, distribuzione e  sviluppo di applicazioni e software) hanno sbaragliato i concorrenti con la loro InTribe, ottenendo tra gennaio e febbraio lo Zamma Award al concorso internazionale NTT Data Open Innovation, nonché il Magic Wand e il Miss in Action assegnati da Digital Magics, l’incubatore di progetti digitali milanese che fornisce servizi di consulenza e accelerazione a startup e imprese.

“Abbiamo partecipato a tre contest – racconta Mirna Pacchetti – con la speranza di vincerne almeno uno. Essere premiate in tutti e tre è stato fantastico, alla terza premiazione eravamo letteralmente senza parole. Queste vittorie sono per noi la conferma che la nostra startup sta veramente creando qualcosa d’innovativo, qualcosa che può attirare investimenti importanti”.

Giochi per predire il futuro

InTribe, nata nel 2016 con sede a Talent Garden, community tecnologica milanese, in questi anni ha sviluppato una metodologia unica e proprietaria di analisi predittiva del Big Data, concentrandosi sull’evoluzione dei trend, dei mercati e delle necessità dei consumatori. Al momento, è una delle realtà più avanzate nel settore dedicato alle indagini di mercato.

Pacchetti e Di Meio, per lavorare sulla customer insight, partono dall’osservazione attenta del dato con l’obiettivo di comprendere contesti e sviluppi futuri. E lo fanno generando analisi evolute su esigenze, su stili di vita, abitudini e trasformazioni nelle caratteristiche dei consumatori. Che vengono coinvolti tramite attività di gamification (giochi e contest) con tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning.

Il premio Miss in Action, in particolare, darà ora alle due donne la possibilità di realizzare un nuovo prototipo da lanciare sul mercato e di presentare il loro prodotto innovativo agli investitori.

Imprese femminili: bene ma non benissimo

Il successo di InTribe, però, rimane un’eccezione. Secondo l’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere, in Italia a fine settembre 2018 le attività economiche erano a conduzione femminile erano un milione e 337 mila, con una crescita di ben 8 mila attività rispetto all’anno precedente. Si tratta, però, di attività che rappresentano circa il 22% del totale delle imprese italiane. Anche sul fronte delle startup aperte nel 2018, il dato di quelle a maggioranza femminile è in crescita. Ma parliamo, comunque, ancora del 13% del totale. Le imprese femminili inoltre continuano a operare per lo più nel settore turistico e in quello dei servizi. Un dato che rende ancora più notevole il successo nel settore tecnologico e innovativo scelto da InTribe.

 

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