Ha portato i principi dell’economia circolare nella quotidianità delle persone, realizzando un prodotto semplice ma molto ‘efficace’.
“Fungobox” è infatti un kit che permette a tutti di coltivare da sè, in casa, ottimi funghi, a partire dal recupero di quello che oggi è uno scarto presente in grandi quantità nell’industria alimentare ovvero i fondi di caffè: uno scarto che così diventa a tutti gli effetti una risorsa preziosa e cioè terriccio fertile.
Il progetto Fungobox è stato pionieristico in Italia, e per il suo valore è presentato su Lombardia 2030, la sezione di questa piattaforma dedicata a iniziative dei territori in linea con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030.
Ce ne parla Silvia Bruzzese di “Il Giardinone”, cooperativa sociale di Locate Triulzi alle porte di Milano. “L’idea è nata nel 2015 in vista dell’Expo - spiega - quando Lavazza e Novamont ci hanno invitato a raccogliere ogni giorno gli scarti del padiglione Lavazza all’esposizione universale, per sperimentare la ricerca del professor Paolo Tamborrini del Politecnico di Torino sulla coltivazione di funghi da fondi di caffè, commissionata da Lavazza. Siamo appassionati di agricoltura urbana ed economia circolare, volevamo dare il nostro contributo alla riduzione di quello che a oggi è un rifiuto, così siamo partiti”.
Il Giardinone è fino ad allora una realtà specializzata nella manutenzione del verde e in altri servizi, con prodotti sostenibili e soprattutto con l’impiego di persone svantaggiate (rappresentano il 35% dei soci lavoratori della cooperativa) con cui costruisce progetti di integrazione sociale e lavorativa. L’esperimento con i fondi di caffè la porta però a espandere la propria attività con la creazione, l’anno dopo, appunto di Fungobox: ovvero di un kit predisposto con fondi di caffè, cellulosa e micelio ovvero il ‘seme’ da cui nascono i funghi.
Come funziona
Basta bagnare una prima volta il composto, incidere la busta che lo contiene, quindi lasciarlo riposare nella scatola di cartone di ridotte dimensioni mantenendolo umido: dopo circa dieci giorni i funghi iniziano a crescere, dopo 15-20 sono pronti per essere colti e consumati. Si tratta di Pleurotus ostreatus, comunemente chiamati ‘orecchiette’.
Sembra l’uovo di Colombo e in effetti lo è. Utilizzare i fondi di caffè esausti permette di ‘rimettere in circolo questo scarto per produrre nuovo cibo, andando allo stesso tempo a ridurre la C02 legata allo smaltimento dei rifiuti: in effetti il fondo è ricco di sostanze nutritive, che non finiscono nella bevanda ovvero in tazzina e che dunque senza un’azione di recupero sarebbero veramente sprecate.
Per realizzare i kit di Fungobox il Giardinone recupera quotidianamente gli scarti di caffè nei bar di Locate Triulzi e della zona, dunque con una raccolta a chilometro zero. I kit vengono subito apprezzati: già nel 2017 le vendite generano un fatturato da 30 mila euro, oggi la lavorazione legata a Fungobox impiega cinque persone della cooperativa e il kit viene commercializzato in cinque Paesi europei.
La crescita e i nuovi orizzonti di sostenibilità
“Ci hanno scelto singoli, ma anche tante imprese - racconta ancora Bruzzese -: il Fungobox è stato richiesto come regalo aziendale per i propri dipendenti, o in occasione di eventi particolari, spesso da produttori di caffè che vogliono vedere recuperata la propria materia prima con questo nuovo prodotto. Ma per la sua semplicità di utilizzo Fungobox è anche molto adatto ai bambini, per far comprendere loro cosa significa economia circolare: così abbiamo creato anche il kit Fungomostro, una scatola con disegnate fauci da cui ‘magicamente’ spunteranno i funghi”.
Forti di questo successo, i soci del Giardinone ora hanno lanciato una nuova iniziativa di sostenibilità. “La risposta a Fungobox è stata talmente buona che abbiamo deciso di fare un passo in più con Coffeefrom - spiega dunque Bruzzese -. Si tratta di un materiale innovativo bio-based nato dai fondi di caffè riciclati e da una miscela di biopolimeri, 100% Made in Italy grazie alla collaborazione con le aziende di bioplastiche”.
Il primo prodotto realizzato con Coffeefrom è una tazzina da caffè, e verrebbe da dire non poteva essere altrimenti, “poi siamo stati contattati anche da altre aziende per lo sviluppo di altri prodotti, ci stiamo lavorando”.
Il progetto Coffeefrom è stato realizzato anche grazie al contributo del bando Innovazione delle filiere di Economia Circolare in Lombardia, promosso dal Sistema Camerale lombardo e Regione Lombardia.
La speranza è che comunque questo emblema di un nuovo modo di produrre - non più lineare, ma capace appunto di rimettere in circolo gli scarti come ‘materia seconda’, in un’ottica circolare - riesca a ispirare le aziende a trovare nuove soluzioni per il recupero dei propri sottoprodotti in un’ottica di simbiosi industriale e per assolvere al principio di responsabilità estesa del produttore.
Scopri tutti progetti e presenta anche la tua iniziativa di sostenibilità ambientale, sociale o economica su Lombardia 2030.
Vuoi essere sempre aggiornato?
Partecipa attivamente, accedi a Open Innovation