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Storie di innovazione
I nuovi traguardi del Politecnico, dal ranking mondiale al competence center
L’ateneo milanese sale ancora nella classifica per qualità dei laureati, didattica e ricerca
di Redazione Open Innovation | 07/06/2018
Una nuova conferma per il Politecnico di Milano arriva dalla prestigiosa QS World University Rankings. La classifica delle migliori università al mondo vede infatti migliorare ulteriormente, rispetto allo scorso anno, la valutazione dell’ateneo milanese sotto diversi profili.
In particolare, il Politecnico di Milano si situa 156° al mondo, guadagnando 14 posizioni dall’anno scorso e oltre 130 negli ultimi 10 anni. “Didattica e Ricerca – sottolinea l’ateneo - sono valutate sempre più positivamente: nell’indicatore Reputazione Accademica, il Politecnico guadagna infatti 17 posizioni rispetto all’anno scorso, passando dal 138° al 121° posto. Anche la Reputazione Aziendale si conferma nostro punto di forza, con valutazioni positive da parte dei recruiter nazionali e internazionali, che la posizionano al 55° posto secondo questo indicatore”.
Quest’ultimo risultato nella classifica mondiale generale si aggiunge a quello ottenuto dal Politecnico nel QS World University Rankings by Subject (la classifica che fotografa le aree di specializzazione dei singoli atenei), lo aveva indicato tra le prime venti università al mondo in tutte e tre le aree specifiche: 17° nell’Ingegneria, 9° nell’Architettura e 5° nel Design.
Oltre a questi risultati, il Politecnico punta però su un nuovo fronte. E su un nuovo volto, quello di “Made in Italy 4.0”: sarà questo infatti il nome del Competence Center di cui PoliMi risulta capofila.
I competence center sono i nuovi centri ad alta specializzazione, che il Ministero dello Sviluppo Economico ha previsto di attivare su tematiche Industria 4.0, nella forma del partenariato pubblico-privato. I centri di competenza, spiega lo stesso MISE, “dovranno svolgere attività di orientamento e formazione alle imprese nonché di supporto nell’attuazione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzati alla realizzazione, da parte delle imprese fruitrici, in particolare delle Pmi, di nuovi prodotti, processi o servizi (o al loro miglioramento) tramite tecnologie avanzate in ambito Industria 4.0”.
Lo scorso aprile dunque il Politecnico aveva risposto al bando del MISE. A fine maggio, il ministero ha pubblicato la graduatoria delle domande ammesse alla fase negoziale: la proposta del PoliMi “è stata selezionata con il massimo punteggio”, sottolinea lo stesso Politecnico. La Commissione di esperti, nominati dal MISE e dal MIUR, ha valutato sia le capacità tecnico-organizzative dei componenti del partenariato che la qualità e la solidità economico-finanziaria complessiva della proposta.
La proposta dell’ateneo milanese, che va appunto sotto il nome “Made in Italy 4.0”, prevede la costituzione di un centro di competenza industriale di rilevanza nazionale che parte da un’alleanza ampia, forte dell’apporto di altre tre università lombarde – Bergamo, Brescia e Pavia – e di 39 imprese coinvolte tra industrie manifatturiere, consulenti, esperti della formazione, oltre che del contributo dell’INAIL.
Obiettivo di “Made in Italy 4.0” è la specializzazione sui temi della manifattura digitale, per poter fornire alle imprese e in particolare alle PMI orientamento, formazione, trasferimento tecnologico, co-progettazione. Ovvero tutti gli strumenti oggi necessari per affrontare la digitalizzazione dei processi produttivi in ottica Industria 4.0.
I partner investiranno nel complesso oltre 20 milioni di euro nei primi tre anni, tra investimenti in infrastrutture, attrezzature, disponibilità di personale qualificato. La sede è stata individuata nel quartiere Bovisa di Milano, dove tra l’altro il Politecnico ha già portato la Joint Platform da poco inaugurata con la Tsinghua University di Pechino.
L’accordo di collaborazione tra l’ateneo milanese e quello cinese si svilupperà su due fronti: quello della ricerca, con il coinvolgimento di laboratori del PoliMi in progetti di design e innovazione tecnologica di aziende cinesi; e quello del trasferimento tecnologico, dai centri di ricerca alle imprese e a start up, grazie anche al coinvolgimento di Polihub e di Tus Star, il più grande incubatore al mondo parte del sistema Tsinghua.
“Entra finalmente nel vivo la costituzione del Competence Center, ulteriore leva attrattiva all’interno del distretto di innovazione di Bovisa, sul quale punta il Politecnico di Milano – ha commentato Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano -. Non un laboratorio di ricerca universitaria, ma un polo di innovazione in cui le imprese condividono esperienze e tecnologie su Industria 4.0 per il manifatturiero avanzato. Un’iniziativa centrale per la ripresa di un settore chiave della nostra economia. Allo stesso tempo, una spinta all’innovazione che pensiamo possa trarre vantaggio dall’interazione delle imprese con i nostri laboratori e con le nostre startup”.
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