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    Tumore al seno, una ‘firma molecolare’ per personalizzare le terapie

    Individuata da uno studio dell’Università Statale di Milano e dello IEO, è in grado di predire l’ev

    di Redazione Open Innovation | 02/04/2019

Geni in grado di prevedere il rischio individuale di sviluppare metastasi a distanza di tempo, per alcuni dei tumori al seno più diffusi tra le donne. Li ha scoperti un gruppo di ricercatori dell'Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e dell’Università statale di Milano guidati da Pier Paolo Di Fiore e Salvatore Pece, docenti di Patologia generale. La firma molecolare, in sostanza, consentirà di personalizzare trattamenti e terapie mediche e chirurgiche in base alle caratteristiche della singola paziente: i set di geni individuati nella nuova firma molecolare  sono soprattutto quelli coinvolti in un tipo di tumore al seno molto diffuso, il Luminal B.

Oltre i classici parametri clinici

I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista scientifica EBioMedicine del gruppo “The Lancet”, indicano in venti geni specifici quelle ‘sentinelle’ che consentono di misurare la staminalità presente nel tumore primario.

Grazie a questa firma molecolare, si avrà quindi a disposizione uno strumento per la stima del rischio metastatico più affidabile dei parametri clinico-patologici che oggi comunemente si utilizzano nella pratica clinica per determinare la gravità della malattia, prevederne la prognosi, e di conseguenza scegliere il percorso terapeutico più adeguato per ogni singola paziente affetta da tumore mammario.

I parametri utilizzati finora hanno il problema di guardare alle caratteristiche dell’intera massa tumorale invece che alla rara sottopopolazione di cellule staminali tumorali che si nasconde all’interno dei tumori. Cosa che invece avviene con la firma molecolare staminale individuata dai ricercatori, il cui studio è stato sostenuto dall’Associazione italiana per la Ricerca contro il Cancro (AIRC).

Analizzate più 2 mila pazienti

Per arrivare a questi importanti risultati sono state analizzate più di 2 mila pazienti con tumore al seno, seguite per circa 15 anni nel loro decorso clinico presso l’Istituto Europeo di Oncologia. Per il futuro c’è l’idea di mettere in campo studi clinici in grado di dimostrare che le pazienti a basso rischio di recidiva possono essere trattate con approcci terapeutici più conservativi e meno aggressivi. Il passo più grande sarà invece quello di mettere a punto farmaci capaci di attaccare le cellule staminali tumorali proprio nel loro potenziale di sviluppo metastatico.

Questa scoperta“ci conferma che vincere la scommessa sulle staminali del cancro significa probabilmente vincere la scommessa contro la malattia” spiega Pier Giuseppe Pelicci, Direttore della Ricerca IEO, Professore all’Università statale di Milano e referente dello studio.

 

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