La DaD alle scuole superiori nell’anno scolastico 2020-21: una fotografia
di Redazione Open Innovation
Il 91% degli studenti dell'ultimo anno ha trascorso 5/6 ore davanti al pc per fare lezione, per 9 studenti su 10, verifiche e compiti sono state le uniche attività proposte, solo per 1 studente su 4 la DaD ha favorito l'interazione con gli insegnanti, tutti gli altri l'hanno bocciata.
L'indagine ha coinvolto un campione di 123 scuole superiori, statali e paritarie, di tutto il Paese. In ogni Istituto coinvolto sono stati proposti questionari a studenti del 3° e 5° anno, docenti e dirigenti scolastici per un totale di 105 dirigenti, 3.905 docenti ed 11.154 studenti.
Ciò che emerge in maniera netta dalla ricerca è che non c'è stato alcun cambiamento significativo metodologico e organizzativo rispetto a prima della pandemia. In quasi tutte le scuole durante la DaD è stata riproposta la stessa modalità della didattica frontale senza alcun ripensamento dei tempi, delle attività e degli strumenti.
mia figlia liceale ha vissuto esattamente la situazione descritta e ne ha sofferto.
Chi ha figli adolescenti sa bene come si siano sentiti riuchiusi e dimenticati durante i lockdown dell'inverno 2020 - 2021; senza nulla togliere all'impegno degli insegnanti è davvero mancata, non solo nella scuola ma nell'intera società, l'attenzione alla particolare situazione che i ragazzi stavano vivendo durante i vari lockdown.
Mentre noi adulti continuavamo, sia pur con difficoltà, a vivere la nostra vita, in particolare gli studenti delle superiori hanno visto il loro già fragile mondo distrutto. Niente più sport, tranne che per alcuni fortunati, niente più o pochissima attività come teatro, iniziative culturali, oratorio, volontariato etc.. L'unica cosa che potevano fare era studiare, stare on line e vedersi con qualche amico. Bollati come untori, molti di loro hanno avuto problemi psicologici di cui quasi nessuno ha preso nota. Credo che sia indispensabile dare più attenzione ai giovani, che sono il futuro della società; diamo loro la possibilità, che noi da giovani abbiamo avuto, di impegnarsi, di mettersi alla prova in tutti i campi e non solo in quello scolastico e cerebrale. Altrimenti perderemo un'intera generazione.
Anna Maria Brambilla
12/08/2021 alle 09:40
Confermo,
mia figlia liceale ha vissuto esattamente la situazione descritta e ne ha sofferto.
Chi ha figli adolescenti sa bene come si siano sentiti riuchiusi e dimenticati durante i lockdown dell'inverno 2020 - 2021; senza nulla togliere all'impegno degli insegnanti è davvero mancata, non solo nella scuola ma nell'intera società, l'attenzione alla particolare situazione che i ragazzi stavano vivendo durante i vari lockdown.
Mentre noi adulti continuavamo, sia pur con difficoltà, a vivere la nostra vita, in particolare gli studenti delle superiori hanno visto il loro già fragile mondo distrutto. Niente più sport, tranne che per alcuni fortunati, niente più o pochissima attività come teatro, iniziative culturali, oratorio, volontariato etc.. L'unica cosa che potevano fare era studiare, stare on line e vedersi con qualche amico. Bollati come untori, molti di loro hanno avuto problemi psicologici di cui quasi nessuno ha preso nota. Credo che sia indispensabile dare più attenzione ai giovani, che sono il futuro della società; diamo loro la possibilità, che noi da giovani abbiamo avuto, di impegnarsi, di mettersi alla prova in tutti i campi e non solo in quello scolastico e cerebrale. Altrimenti perderemo un'intera generazione.