È una nuova, straordinaria occasione - e insieme “una sfida” - quella offerta dai Fondi Strutturali e di Investimento Europei disponibili in Lombardia per il periodo 2021-21. Una sfida al centro dall’evento annuale dedicato proprio ai Fondi SIE, promosso da Regione Lombardia martedì 26 ottobre nell’auditorium Gaber di Palazzo Pirelli e in streaming sulla piattaforma Open Innovation, con il titolo “Scenari di innovazione, inclusione e sviluppo sostenibile”.
L’appuntamento ha permesso di tracciare un quadro di come sono state impegnate le risorse POR FESR e POR FSE della programmazione in via di chiusura, quella 2014-2020. Ma soprattutto per delineare il nuovo ciclo di programmazione europea 2021-27, per il quale le risorse ammontano complessivamente – sommando Fondo Sociale Europeo (FSE) e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) – a ben 3,5 miliardi di euro: una crescita netta rispetto ai 2 miliardi dello scorso settennato.
L’evento è stato introdotto dai saluti degli assessori regionali competenti, Melania Rizzoli (Formazione e Lavoro) e Fabrizio Sala (Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione).
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Innovazione: ecco le priorità
“Le risorse della Programmazione Comunitaria – ha ricordato Fabrizio Sala – sono un importante strumento che Regione Lombardia può mettere a disposizione del territorio. Le nostre priorità di azione sono chiare e precise: valorizzare i dati, anche attraverso l’adozione di metodologie di Intelligenza artificiale. Inoltre, intensificare l’approccio di Open Innovation e favorire il trasferimento tecnologico”.
“Per i prossimi anni – ha proseguito Sala – sono previsti investimenti in progetti di sviluppo industriale di grandi dimensioni, la promozione di dottorati industriali, ma anche la nascita di hub tecnologici su tematiche strategiche come il digitale, la mobilità sostenibile, la salute, l’economia circolare”.
Nell’ambito del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) più di metà delle risorse, quindi circa 1,1 miliardi di euro, saranno dedicate all’obiettivo strategico ‘Un’Europa più competitiva e intelligente’. Sono, invece, 633 i milioni dedicati all’obiettivo strategico ‘Un’Europa più verde’. E 240 i milioni dedicati agli obiettivi di sviluppo sociale ‘Un’Europa più vicina ai cittadini’.
Fondi strutturali europei per il rilancio dell’economia
“Le amministrazioni pubbliche italiane, centrali e regionali – ha evidenziato l’assessore Rizzoli – si trovano per la prima volta non solo a programmare le politiche di sviluppo e coesione del Paese, ma nella particolare congiuntura di pianificare anche il più grande intervento di investimento e rilancio dell’economia e della società italiane mai realizzato. Per farlo, potranno contare sulle risorse che l’Unione europea ha stanziato con il ‘Next Generation EU’ e i suoi piani di intervento, tra cui il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR). In questa prospettiva, Regione Lombardia ha orientato la propria programmazione 2021-2027 facendo leva sull’integrazione tra ‘FESR’ e ‘FSE’, in modo da stimolare una risposta efficace e coordinata. Questo con l’obiettivo di accompagnare la ripresa e la crescita della competitività del territorio. Mettendo al centro la riduzione delle disuguaglianze tra cittadini, l’aumento delle loro capabilities. E, infine, promuovendo la transizione verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile, inclusivo e innovativo”.
Di “attuazione dei Programmi Operativi Regionali FESR e FSE 2014-2020” hanno parlato subito dopo i rappresentanti dell’Autorità di Gestione POR FSE 2014-2020 e dell’Autorità di Gestione POR FESR 2014-2020, Giuseppina Panizzoli e Dario Sciunnach.
Ricerca e Innovazione abilitate dal POR FESR
Per quel che riguarda lo stato di avanzamento del POR FESR 14-20, gli oltre 510 milioni concessi da Regione Lombardia sono pari a ben il 94,6% delle risorse programmate sull’Asse I, quello dedicato a Ricerca, Sviluppo e Innovazione.
Stessa percentuale (94,6%) per le risorse destinate alla Competitività delle PMI (Asse III), pari a più di 240 milioni su un totale di risorse programmate di quasi 254 milioni.
Ed ecco come sono stati impiegati i fondi POR FESR distribuiti da Regione Lombardia. Sull’Asse I, sono ben 959 i progetti di R&I finanziati, con 23 iniziative attuate per il sostegno a PMI, grandi imprese, Organismi di ricerca, Cluster Tecnologici con il coinvolgimento di Finlombarda, la società finanziaria di Regione Lombardia.
Tra tale iniziative anche il bando “Call Hub Ricerca e Innovazione”, finanziato da Regione Lombardia con un contributo di complessivo di 114,5 milioni di euro, che ha selezionato 33 progetti di eccellenza e coinvolto oltre 200 realtà del territorio con la formula del partenariato tra grandi imprese, PMI e startup innovative, centri di ricerca. Una “scommessa” vincente quella di spingere le aziende a collaborare con gli atenei del territorio, come ricorda Dario Sciunnach, apprezzata dalle stesse imprese.
Quasi 20 mila poi i progetti finanziati per la competitività delle PMI (Asse III), con 20 iniziative attuate.
Da segnalare che la Lombardia si segnala come un’eccellenza nel raggiungimento dei target di programma sul fronte della spesa certificata: nel solo Periodo Contabile luglio 2020 - giugno 2021 sono stati certificati 271 milioni di €, più della somma di quanto certificato nei sei Periodi Contabili precedenti (269 milioni di €).
Inclusione e sostegno allo Smart Working
Sul comparto FSE - Fondo Sociale Europeo, ovvero lo strumento con cui l’Unione Europea sostiene l’occupazione negli Stati membri e promuove la coesione economica e sociale, questo prevedeva risorse programmate per 970 milioni di euro: di questi, sono stati già impegnati 853,9 milioni di euro, le risorse liquidate ammontano a 745,5 milioni, con una certificazione di spesa per 643,7 milioni di euro.
La gran parte delle risorse - 379 milioni - sono state impegnate sull’Asse II del FSE, dedicato all’inclusione sociale; 302 i milioni destinati invece all’Asse III - Istruzione e Formazione; l’Asse I - Occupazione ha assorbito risorse per 236,7 milioni; 20 i milioni, infine, assegnati all’Asse IV - Capacità amministrativa.
Quando alle iniziative, sempre grazie al POR FSE si possono segnalare Azioni a sostegno del lavoro agile, tramite la pubblicazione di un Avviso pubblico per l’adozione di piani aziendali di Smart Working, rifinanziato con 2 milioni di euro per uno stanziamento complessivo di 11 milioni di euro: al momento è in corso l’istruttoria delle domande di contributo pervenute, al 30.09.2021 sono stati ammessi oltre 760 voucher per un totale di 10 milioni di euro.
Uno strumento concreto, insomma, per orientare le imprese verso un’organizzazione del lavoro più flessibile e resiliente: l’impatto dell’Avviso è stato infatti ampliato dal decreto regionale 3516 del 18 marzo 2020 che ha esteso la partecipazione anche ai datori di lavoro che hanno introdotto il lavoro agile per i propri dipendenti nel periodo dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 (ne hanno usufruito 379 imprese, sul totale di 764).
I nodi da sciogliere sulla programmazione al 2027
La mattinata ha visto anche un confronto tra diverse autorità chiamate a discutere delle “nuove opportunità dei fondi europei nel settennato 2021/2027”: per la Commissione Europea sono intervenuti Francesca Raimondi (DG REGIO), Luciano Conte (DG EMPL), Niccolò Querci (DG RTD), quindi Laura Cavallo del Dipartimento per le Politiche di coesione), Marianna D’Angelo dell’Autorità Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro e Annamaria Poso, dell’Agenzia per la Coesione Territoriale.
Prima delle opportunità sono state messe a fuoco alcune possibili criticità. Ad esempio, è certo una buona notizia che la Commissione UE abbia destinato con il Green Deal risorse importanti a economia circolare e verde, ma “se transizione ecologica e green verranno percepiti come un lusso siamo destinati a fallire - avverte ad esempio Raimondi -: dobbiamo essere più vicini a cittadini, far conoscere maggiormente gli impatti positivi dei fondi UE sulla propria città e sulla propria regione”.
Altro tema ‘caldo’ è quello del PNRR. “Oltre gli investimenti previsti dal PNRR è fondamentale parlare anche di riforme - sollecita sempre Raimondi -, che devono ‘aggredire’ alcune complessità italiane ad esempio su Pubblica Amministrazione, Giustizia, Semplificazione legislativa e potenziamento della concorrenza”.
“Sul PNRR le Regioni sono state considerate come attuatori di spesa, senza un coinvolgimento nella progettazione - ha rilevato nel suo intervento anche Federica Marzuoli (Coordinamento Programmazione Comunitaria e Gestione Fondo Sviluppo e Coesione) -: solo ora cominciamo ad avere un quadro più completo delle possibilità che ci offre.
Di Horizon Europe - il nuovo programma quadro su Ricerca e Innovazione da 95,5 miliardi di euro - e delle sue possibili sinergie con i fondi SIE ha parlato invece Niccolò Querci: “La Commissione Europea ha verificato che le sinergie tra diverse linee finanziamento accrescono l’impatto delle iniziative di R&I: 1 + 1 in questo caso produce un risultato maggiore di 2. Per la nuova programmazione, la Commissione ha lavorato dunque per favorire ulteriormente le sinergie - previste nei regolamenti di tutti i programmi coinvolti - tra HE e fondi ordinari, che sostengono iniziative diverse ma complementari. Un esempio? Il FESR può portare sul mercato prodotto sviluppati da progetti finanziati da HE. O ancora, può finanziare ecosistemi in grado di abilitare e potenziare l’innovazione”.
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