Cyber Security, il contributo delle Università
Fabiana Cerrone
Pubblicato il 07/06/2017
Ultimo aggiornamento: 05/07/2017 alle 23:34
Dall’accordo fra Cini (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) e il Cnr (Consiglio Nazionale per le Ricerche), lo scorso febbraio è nato il Comitato Nazionale per la Ricerca in Cyber sicurezza, il quale vedrà la collaborazione tra 300 ricercatori provenienti dal mondo delle università e 100 esperti provenienti dal Cnr. Lo scopo di un tale accordo, peraltro aperto all’adesione di tutti i centri di ricerca nazionali, è quello di condividere conoscenza, tecniche e metodologie per rendere più sicuro il cyber spazio italiano e, con esso, tutelarne gli interessi. Infatti, obiettivo del Comitato sarà quello di implementare una strategia nazionale di cyber security in grado di progettare un ambiente informatico più resiliente alle minacce, in grado di proteggere non solamente le infrastrutture critiche della Pubblica Amministrazione, ma anche valorizzare le soluzioni provenienti dal settore privato.
Chiaramente la formazione giocherà un ruolo importante nell’iniziativa poiché il comitato si occuperà anche di sviluppare piani di formazione nazionali e locali per implementare la “work force” nazionale, andando a colmare l’assenza di professionisti in cyber security attraverso la selezione dei migliori studenti delle scuole medie e dei primi anni di università per avviarli alle professioni informatiche e della sicurezza. A ciò si affiancherà un deciso lavoro di sensibilizzazione alla cyber security nei confronti di imprese e cittadini con il quale si auspica di dare un impulso incisivo alla costituzione di una cultura digitale indispensabile per cogliere e, soprattutto, vincere la cyber challenge che ci troviamo ad affrontare.
Cosa pensate del contributo che il mondo della ricerca si sta apprestando a fornirci e dell’efficacia degli obiettivi che si è posto il Comitato Nazionale per la Ricerca in Cyber sicurezza?