I Big Data ci faranno avere polizze assicurative personalizzate
Redazione Open Innovation
Pubblicato il 08/08/2017
Pubblicata il 08/08/2017 alle 15:28
Ultimo aggiornamento: 01/02/2018 alle 11:10
Ultimo aggiornamento: 01/02/2018 alle 11:10
I dati generati dai dispositivi IoT che utilizziamo quotidianamente, i dati dei canali social e dei siti di e-commerce stanno completamente trasformando il modo di fare business: nascono aziende specializzate nell’analisi dei big data e le aziende più “tradizionali” stanno modificando le loro offerte di prodotti e servizi grazie all’uso dei dati disponibili.
Grazie all’analisi dei big data, un settore in forte cambiamento risulta essere quello delle assicurazioni auto. Il tasso di motorizzazione privata in un mondo in espansione infatti, avrà parallelamente bisogno di un sistema di assicurazione vantaggioso e al passo coi tempi. Inoltre, l’emergere di competitor online di settore mette ancora più in luce l’esigenza da parte delle compagnie assicurative di offrire prodotti sempre più customizzati sulle esigenze dei clienti.
In questo senso, un’attenta valutazione delle informazioni provenienti dai clienti potrebbe dare alle compagnie assicurative l’opportunità di soddisfare appieno le esigenze dei consumatori ed ampliare il proprio parco clienti fronteggiando la concorrenza nel lungo periodo. Nell’era IoT, un valido aiuto al raggiungimento di questo fine è dato proprio dalle nostre “smart car”, le quali sono sempre più connesse alla rete attraverso gli innovativi dispositivi delle quali sono munite, e costituiscono un vero e proprio patrimonio di dati utili a tracciare le abitudini rispetto agli itinerari e gli stili di guida degli automobilisti. Attraverso la loro analisi sarà infatti possibile tracciare un “profilo di rischio” che calzi perfettamente con le esigenze del cliente e stipulare per esso una polizza su misura e conveniente.
Secondo uno studio di Gartner, però, questo roseo scenario sarebbe ben al di là da venire, in quanto solamente l’8% delle aziende del campione ha adottato soluzioni basate sull’analisi dei dati, nonostante il 40% delle compagnie assicurative prometta di incrementare i propri investimenti nel settore degli “analytics”.
In Italia nello specifico, l’Osservatorio di RGI e Celent 2016 (ricerca europea che ha coinvolto 60 compagnie assicurative, delle quali 32 italiane) ha evidenziato come l’82% degli automobilisti intervistati si sia reso disponibile a condividere i propri dati relativi agli stili di guida, mentre il 66% avrebbe reso noti quelli sul proprio stato di salute. A fronte di questa disponibilità da parte del consumatore, non corrisponde però altrettanta prontezza da parte delle compagnie assicurative, tra le quali solo 4 su 10 ritengono importante recepire tali dati (a fronte dell’84% delle restanti compagnie europee).
Questo disallineamento tra le compagnie assicurative italiane e le altre compagnie europee rischia di impedire al mercato assicurativo italiano di cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dai Big Data.
Ritenete che le compagnie assicurative italiane saranno in grado di sviluppare una strategia digital allineata ai competitor internazionali o perderanno l’occasione offerta dai big data? In base a cosa?
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