Milano: quando innovazione significa cambiare una città
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Pubblicato il 06/09/2017
Ultimo aggiornamento: 06/09/2017 alle 11:46
Lo sviluppo della città di Milano, la sua nuova - ennesima - rinascita (semmai ci fosse stata una sua decadenza) non sono solo in quel set di elementi che tipicamente leghiamo all’amministrazione e alla vita sociale di una comunità urbana ma, in questo caso, al modo in cui Milano ha deciso di interpretare e fare sua, la digital transformation. La riflessione è di Laura Traldi che, in un articolo a mio avviso molto interessante, prova a lanciare questa visione del capoluogo lombardo.
Citando le sue parole, Milano si mette in evidenza non (solo) per lo skyline e i servizi di livello europeo ma soprattutto per una “interpretazione personale del futuro, dicendo la sua su tematiche di sviluppo che possono parere più grandi della sua dimensione”. Così, giustamente, la Traldi ci guida in una personale visita della città fatta di esperienze significative che dimostrano come la città ha saputo integrare soluzioni innovative con esigenze e caratteristiche del tessuto urbano, producendo esperienze e nuove idee. Si va dal networking Manifattura Milano che declina la robotica con il tessuto delle micro imprese cittadine, ai fablab come DotDotDot o OpenDot che trovano commesse anche da grandi compagnie come Roche e Samsung. C’è poi il coinvolgimento delle periferie come tessuto in cui generare e ospitare innovazione, come nel caso di MareMilano - startup dell’innovazione sociale alla Cascina Torrette, nella periferia ovest - o Fabriq - acceleratore per startup nato nella vecchia biblioteca di Quarto Oggiaro.
In questo quadro un ruolo, ovviamente, ce l’hanno anche i cittadini come ben testimoniano le parole di Massimiliano Tarantino, segretario generale della Fondazione Feltrinelli: “i cittadini stanno cambiando la città tanto quanto istituzioni, centri di ricerca e fondazioni, perché è rinato il senso di comunità”; da questo punto di vista si sottolinea anche il recupero degli spazi fisici, delle “piazze”, che ornano a far parlare le persone, magari per un meetup organizzato sui social.
Io trovo questa lettura molto interessante e ricca di spunti: qual è la vostra esperienza di questa nuova dimensione dell’innovazione e della cittadinanza a Milano?