Elga Apostoli

Elga Apostoli

Pubblicato il 20/09/2017

Pubblicata il 20/09/2017 alle 06:41
Ultimo aggiornamento: 20/09/2017 alle 15:18
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Si parla spesso della interconnessione come della vera caratteristica saliente della digital transformation; certamente la connessione tra oggetti, sistemi e persone è uno degli elementi decisivi del modello Industry 4.0 ma quanto si sta effettivamente realizzando di tutto questo?

Un interessante articolo pubblicato sul sito Diario del Web fa notare come la connessione tra oggetti, il cosiddetto Machine To Machine (M2M), sia più sviluppata in ambito consumer che business. L’integrazione nella domotica, il collegamento tra smartphone e altri device (automobili, smartwatch, TV, ecc.) o soluzioni integrate sono in continuo sviluppo e diffusione nella pratica quotidiana. Lo stesso dinamismo non si riscontra in ambito organizzativo, a causa di problemi legati alla sicurezza dei dati, alle implicazioni di integrazione dei sistemi e anche alla disponibilità di sistemi operativi adeguati agli standard industriali (al momento la larga parte delle soluzioni M2M sono sviluppate in iOs e Android).

Ci sono quindi ampi spazi di evoluzione del M2M nell’industria come pure in settori specifici come, ad esempio, quello sanitario. Anche in questo caso le tecnologie consumer sono più avanti di quanto i servizi sanitari “ufficiali” offrano; integriamo i dati del nostro smartfit con quelli dello sfigmomanometro e della bilancia e teniamo d’occhio tutto con una App del nostro cellulare. Ma il nostro medico curante non è in grado di utilizzare gli stessi dati o di accedere ad una sistema che integri eventuali prestazioni ospedaliere e il monitoraggio di alcune nostre funzioni vitali (attraverso wearable dedicati).

In ambito industrial troviamo prime applicazioni come nel caso della logistica che impiega, ad esempio, visori per la realtà aumentata e sensori per ampliare e semplificare la capacità di intervento del lavoratore.

 

Il M2M, dunque, è la vera frontiera della digital transformation perché realizza quella connessione continua e globale tra Uomo, Macchine e Sistemi (informativi) che rappresenta il nuovo modello di riferimento con cui confrontarsi. In questo senso si compie una vera trasformazione del ruolo del lavoratore/utente/consumatore che diviene parte integrante di un sistema complesso in cui i diversi elementi hanno medesime priorità e valore.

 

Ma il tema del M2M, oltre agli aspetti organizzativi, produttive e tecnologici, introduce anche quelli etici e sociali: si chiede alle persone di essere in Rete, di entrarne a farne parte condividendo dati e informazioni e legando alla stessa connessione la possibilità di accesso a servizi, lavoro, sicurezza, denaro, ecc. Si sviluppa quindi una nuova forma di “cittadinanza” che pone quesiti importanti.

Siamo pronti per tutto questo?

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