Luigi Rosati

Luigi Rosati

Pubblicato il 28/09/2017

Pubblicata il 28/09/2017 alle 13:08
Ultimo aggiornamento: 28/09/2017 alle 14:34
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Raccontare il mondo del lavoro (e non solo!) che cambia significa anche analizzare l’evoluzione della figura del manager. Uno spunto di interesse ci viene da un articolo di Pasquale Natella che, dal suo osservatorio dedicato all’executive researching ci offre senz’altro una visuel competente ed efficace.

Natella si sofferma sugli elementi chiave necessari per diventare un leader nell’era digitale; si tratta, in particolare, dell’individuazione di quattro elementi che l’autore ritiene cruciali per una leadership efficace nel nuovo scenario organizzativo.

Il primo punto riguarda le competenze: non c’è più spazio (ma c’è mai stato?) per scelte basate più sulla loyalty e le relazioni che non sulle reali capacità e i meriti. Il top management deve selezionare persone in grado di supportare le aziende nel perseguimento dei suoi obiettivi e di mettere in atto i modelli e i processi che la caratterizzano. Per fare questo deve individuare e valorizzare specifiche competenze e capacità.

Il secondo nodo è quella che Natella definisce un po’ di antropologia: la questione riguarada la necessità di far lavorare assieme gruppi generazionali con caratteristiche diverse ma che sono in grado di apportare un valore importante nell’impresa digitale. Si tratta di operare un “mixed-aged team per integrare Boomers, Millennials, Traditionalists, Generation X e 2020’s.

Un terzo elemento è rappresentato dall’ambizione circolare: si tratta di sviluppare una persistenza all’obiettivo adeguata a rispondere ad un ambiente estremamente competitivo in cui la concorrenza opera in estrema libertà e con grande dinamicità. In tal senso l’analisi di Natella suggerisce un approccio resiliente alla determinazione manageriale; non a caso l’autore suggerisce che il manager sappia “apprendere rapidamente e di adattarsi proattivamente a contesti mutevoli”, come pure esprimere “modestia ed estremo realismo rispetto ai risultati, sapendo anche mostrare riconoscenza e le proprie vulnerabilità”.

Da ultimo, il quarto nodo, è il focus sulla relazione: come più volte sottolineato, nella digital transformation l’elemento centrale rimane la relazione interpersonale, sgombrato il campo da tutta una serie di attività fisiche e cognitive ormai appannaggio di automazione, AI e machine learning. Ecco allora che per il manager digitale diviene centrale il rapporto con i collaboratori come pure la capacità di motivazione e di traino psicologico del team, la valorizzazione dei contributi individuali e la capitalizzazione dei processi creativi e innovativi.

Come leader vi riconoscete in questo quadro?

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