Il "prof sharing": per una nuova offerta didattica
Benedetta Scarpelli
Pubblicato il 24/10/2017
Ultimo aggiornamento: 14/11/2017 alle 18:13
«Gestendo da 20 anni la scuola molte volte ho visto ragazzi che cambiavano le capacità acquisitive a seconda dell’insegnante. Ho capito che il metodo era fondamentale. Questo specie sulla matematica dove la didattica è un elemento essenziale. Ho pensato che proporre più metodi significa arricchire le opportunità per i ragazzi. Dobbiamo porre attenzione al modo di fare didattica, di stare in cattedra, di insegnare una materia. »
Così il dirigente del Liceo Linguistico Manzoni, Giuseppe Polistena, racconta com’è nata l’idea del prof. sharing, la sperimentazione didattica in atto dal 2016 presso l’istituto milanese.
I professori che aderiscono all’iniziativa si scambiano le classi e le ore di lezione, i ragazzi hanno così la possibilità di relazionarsi con differenti approcci alla materia e diverse metodologie di insegnamento che possono aiutarli nel loro processo di apprendimento. Allo stesso tempo gli insegnanti sono chiamati a mettersi in gioco e a confrontarsi con i colleghi.
Ad un anno dall’inizio della sperimentazione, i professori che hanno preso parte volontariamente all’iniziativa sono solo il 20%, ma i ragazzi, passato il primo momento di scetticismo, si dicono molto soddisfatti dell’iniziativa.
Cosa ne pensate? Conoscete altre esperienze di questo tipo?