L’ingegneria genetica genera nuovi strumenti: un batterio come registratore
Elga Apostoli
Pubblicato il 28/11/2017
Ultimo aggiornamento: 04/12/2017 alle 12:09
La tecnologia genetica CRISPR se ricordo bene è già stata oggetto di una discussione qui in piattaforma; si tratta di una metodica con cui si sfruttano alcune caratteristiche di microrganismi per immagazzinare informazioni (la discussione a cui faccio riferimento riferiva dell’archiviazione di una GIF in un batterio, appunto).
La stessa tecnica è stata utilizzata per fare in modo che un batterio, in questo caso l’Escherichia Coli, sia in grado di registrare gli eventi biologici con cui il batterio si confronta. Il registratore può gestire almeno tre segnali simultanei e registrare per alcuni giorni.
In particolare il “batterio registratore” funziona attraverso una modifica di un frammento di dna, chiamato plasmide, che in risposta a un segnale esterno è in grado di creare continuamente più copie di se stesso nella cellula batterica. Il risultato è una sequenza simile al nastro di una cassetta, su cui sono registrati i segnali esterni e gli istanti al quale questi sono avvenuti. Rileggendo, con opportuni strumenti computazionali, questo “nastro”, i ricercatori sono stati in grado di ricostruire la registrazione e capire la “storia biologica” della cellula.
L’innovazione è stata messa a punto da i ricercatori del Columbia University Medical Center e annunciata con uno studio pubblicato su Science a firma di Harry Wang.
La ricerca è importante perché presenta un’applicazione di forte impatto in ambito biologico e medico, dando così una maggiore focalizzazione alla tecnologia CRISPR. In questo modo potranno essere tracciati e analizzati, processi biologici finora inaccessibili e, quindi, fornire informazioni e risposte in grado di meglio orientare la medicina.