simona aschieri

simona aschieri

Pubblicato il 28/11/2017

Pubblicata il 28/11/2017 alle 17:50
Ultimo aggiornamento: 05/12/2017 alle 12:59
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Che cosa guardano gli HR delle aziende o i recruiter quando devono valutare un candidato?L’analisi del cv e il colloquio sono sicuramente gli strumenti fondamentali e più efficaci per la valutazione ma, nell’era dei social e del mondo interconnesso grazie al web, non bastano più. La reputazione e le relazioni online acquistano un’importanza sempre più crescente e diventano uno strumento utile per conoscere meglio i candidati.

Da alcune ricerche condotte dalle maggiori agenzie interinali, tra cui Adecco, si evince che sia i candidati che i selezionatori mostrano un’attenzione sempre crescente verso l’identità online:

  • il 70% delle persone verifica le informazioni personali che circolano online utilizzando Google;
  • il 77% dei recruiter inserisce il nominativo di un candidato su un motore di ricerca per raccogliere maggiori elementi di valutazione;
  • I responsabili delle risorse umane nel 12% dei casi hanno escluso dei candidati sulla base delle informazioni che ha reperito in rete.
  • (Digital reputation e social recruiting Adecco anno 2012)

Secondo un’indagine condotta nel 2013 da Jobvite, inoltre, oltre il 40% delle imprese utilizza i social media durante il processo di selezione dei dipendenti (Recruiters Increasingly adopt marketing tacticism fierce competition to hire, 2013 Jobvite social recruiting survey show, recruiting.jobvite.com).

E’ quindi sempre più strategico per chi ricerca lavoro costruire con attenzione la propria reputazione online, pensare a se stessi come ad un brand che deve posizionarsi e farsi scegliere dal mercato.

Attraverso il personal branding devono trasparire le competenze e la passione per il proprio lavoro, le proprie virtù e debolezze, punto di forza distintivo di ciascuno, ciò che rende unico e diverso dagli altri .

Philip Kotler (uno dei massimi esperti di strategie marketing) sostiene: “ nel marketing le percezioni sono più importanti della realtà per influenzare il comportamento d’acquisto dei consumatori”: lo stesso vale per il marketing di noi stessi. E’ necessario creare di se stessi un’immagine chiara e coerente, aumentare le proprie relazioni per dare sostegno alla propria preparazione, al proprio cv e distinguersi.

Dice Riccardo Scandellari sul suo blog:

“Creare un Brand del proprio nome non significa diventare una web star o un personaggio dello spettacolo, ma garantire un bagaglio di percezioni positive attorno alla propria persona e alla propria professione”.

www.skande.com/vantaggi-personal-branding-201706.h...

(Consiglio di lettura: “Fai di te stesso un brand” – Riccardo Scandellari)

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