NUOVI SCENARI SULL’ARCHIVIAZIONE DEI DATI SU BLOCKCHAIN
Corrado Randaccio
Pubblicato il 20/12/2017
Ultimo aggiornamento: 16/01/2018 alle 13:21
Se il Bitcoin ha fatto la parte del leone sin dal suo concepimento, di recente la Blockchain – database pubblico, utilizzato per registrare le transazioni in Bitcoin – comincia a essere sotto i riflettori per abilitare alcune funzioni importanti al di fuori dei Bitcoin. Oltre ad essere un hobby per informatici, l’archiviazione dei dati su Blockchain potrebbe essere dirompente, poiché i servizi di cloudstorage attuali sono centralizzati – quindi gli utenti devono rimettere la propria fiducia verso un unico provider di archiviazione. Con la Blockchain, questa operazione può diventare decentrata. Inoltre, gli utenti possono scegliere di “affittare” i propri spazi di stoccaggio in eccesso, in stile Airbnb, consentendo la creazione di nuovi mercati. Il vantaggio delle architetture Blockchain è la riduzione della complessità, l’esecuzione in tempo reale (che riduce i rischi di insolvenza) e il coordinamento automatico tra tutte le parti grazie al registro condiviso delle transazioni. Questi scenari applicativi ci introducono all’attualità dei cosiddetti “smartcontracts”. In un recente intervento pubblico, infatti, Julio M.Faura, global head of R&D innovation di Santander, ha chiaramente identificato come area più promettente di utilizzo della Blockchain quella degli ambienti applicativi succitati e in primo luogo i cosiddetti “smartcontracts”.
Un esempio degli smartcontracts è dato da Nasdaq che sta costruendo il: Nasdaq Private Market, un’area di scambio per i titoli azionari in fase pre-IPO che consente il trading di azioni tra privati. Fino ad oggi, il trading sul Private Market richiedeva la stipula di contratti legalmente vincolanti con l’intervento degli studi legali. Utilizzando la Blockchain, questa esigenza sparisce: uno scambio viene registrato in modo immodificabile sul registro condiviso, senza bisogno di legali. Gli “Smart Contracts” possono dunque considerarsi nella prospettiva di protocolli informatici che facilitano, verificano o rinforzano la negoziazione o l’esecuzione di un contratto, o che ovviano alla necessità di una clausola contrattuale. In questo modo molti tipi di clausole di un contratto possono quindi essere rese parzialmente o completamente automatizzate, auto-ottemperanti, o entrambe le cose. La finalità per i contraenti è fornire una protezione superiore al diritto contrattuale tradizionale e ridurre gli altri costi di transazione associati.
I sostenitori degli smartcontracts affermano che molti tipi di clausole contrattuali possono quindi essere rese parzialmente o integralmente automatizzate, auto-ottemperanti, o entrambe le cose. Gli smartcontracts aspirano ad assicurare una sicurezza superiore alla contrattualistica esistente e di ridurre i costi di transazione associati alla contrattazione. Oltre ad ampliare le opportunità di ottenere credito, gli smartcontracts, i contratti intelligenti, consentono di dare l’accesso ad un sistema legale di qualità a prezzi inferiori, per persone che non potrebbero altrimenti essere in grado di accedervi. Potrebbe, così, nascere un florido mercato di scambio di modelli di smartcontracts, dotati di una flessibilità interna modulabile secondo necessità dall’acquirente. Ancora però a tutt'oggi pochi si sono avventurati in Italia nell'offrire servizzi in questo promettente mercato.