Vanda Lombardi

Vanda Lombardi

Pubblicato il 21/02/2018

Pubblicata il 21/02/2018 alle 14:00
Ultimo aggiornamento: 07/03/2018 alle 17:20
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Siamo ancora in molti a dover imparare davvero tanto sulla sicurezza informatica: al di là delle piccole ma importanti abitudini quotidiane, dobbiamo davvero cominciare a sviluppare una nuova responsabilità informatica, sia nella sfera individuale che collettiva.

E dobbiamo anche cominciare a pensare che la sicurezza non riguarda solo gli strumenti che conosciamo meglio ma che, come in tutte le applicazioni, l’innovazione digitale amplia la sfera operativa di chi vuole agire illegalmente, sfruttando i canali digitali.

E’ facile pensare che dobbiamo proteggere il nostro PC, molti - ma ancora non tutti - prestano attenzione al proprio smartphone, probabilmente pochissimi si aspettano che possano essere oggetto di attacco informatica cose come la propria auto, il proprio fitbit la domotica della propria casa.

Lo sviluppo dell’IoT, infatti, prevede che gli oggetti siano connessi e questo inevitabilmente apre un canale tra elementi della nostra vita quotidiana e la Rete. Si tratta di oggetti che non sono necessariamente “informatici” come l’automobile, appunto. Questa può essere oggetto di attacchi hacker e questo è proprio una delle principali minacce allo sviluppo della guida autonoma (ad esempio è il motivo per cui non è stata mai sviluppata questa tecnologia nel controllo degli aeroplani).

Un altro versante oggetto della pirateria informatica riguardo i videogames, che rappresentano delle “porte” ai dati personali oltre che a device come videocamere e microfoni, che possono essere utilizzati per spiare le persone a distanza.

Un servizio certamente più vicino alla nostra idea di digitale ma che ormai utilizziamo con ingenua fiducia, riguarda il cloud storage. Il fatto che i servizi siano resi da giganti del settore non elimina il rischio di essere oggetto di attacchi, che spesso riguardano più le scarse precauzioni dell’utente che non le complesse architetture software.

Come detto la nostra abitazione è senz’altro la frontiera più esposta: dobbiamo pensare che stanno per diffondersi tecnologie innovative di domotica integrata, già molto diffusi negli USA. Anche in questo caso la pirateria può essere interessata a spiare le persone come solo a “rubare” dati su abitudini e stili di consumo, sempre più preziosi nel mondo dei big data.

Un altro obiettivo degli attacchi hacker è rappresentato dai sistemi digitali per i servizi urbani, le applicazioni di smart city. In questo caso è chiara la volontà di rubare dati e informazioni, collettivi ma anche individuali, basti pensare ai servizi condivisi e ai sistemi di monitoraggio del territorio.

Insomma la sicurezza informatica è un problema che, assieme alla trasformazione digitale, si diffonde a tutti i campi della nostra vita personale e sociale.

Vedi anche:

http://corriereinnovazione.corriere.it/cards/attacchi-informatici-non-solo-telefoni-pc-tutti-dispositivi-piu-rischio-futuro/attacchi-informatici-all-automobile_principale.shtml

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