Un “bollino di qualità” per il sistema museale nazionale
Benedetta Scarpelli
Pubblicato il 23/02/2018
Ultimo aggiornamento: 07/04/2018 alle 13:32
Cinquemila tra istituti pubblici e privati, di cui oltre 4mila musei, gallerie e collezioni, quasi 300 siti archeologici e più di 500 monumenti e complessi monumentali: questi i numeri dell’enorme patrimonio culturale italiano che il Ministero dei Beni Culturali si prefigge di riorganizzare e standardizzare con la nascita del Sistema Museale Nazionale.
Il decreto, che sta per essere emesso dopo una gestazione di quasi 17 anni, si pone come atto conclusivo della riorganizzazione del ministero e delle soprintendenze ed è stato possibile grazie anche al sostegno delle regioni e dell’ICOM (Intenational council of museums).
La messa a sistema delle sfaccettate realtà italiane avverrà tramite l’introduzione di un “bollino di qualità” che gli enti museali potranno richiedere previa adeguamento agli standard definiti dal ministero. Questo meccanismo garantirà così ai visitatori di usufruire di servizi di qualità, in linea con i Paesi più avanzati.
Le direttive da rispettare sono di varia natura e partono da questioni relative all’accoglienza dei visitatori, fino ad arrivare ad aspetti relativi all’amministrazione dell’ente. Nello specifico viene richiesto di avere una contabilità puntuale in cui evidenziare costi e ricavi, di avere nell’organico determinate figure professionali (il direttore, il responsabile dei servizi educativi, quello amministrativo, ecc.),di assicurare determinati periodi di apertura al pubblico, di garantire l’accessibilità anche ai visitatori con disabilità e, infine, di tutelare le collezioni e renderle fruibili in modo chiaro e attrattivo.
Potranno richiedere il bollino di qualità, seppur in modalità diversa, sia gli enti statali che locali; le domande saranno poi analizzate da una commissione per il sistema museale appositamente costituita.
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