App e insegnamento: come il digitale entra nelle aule scolastiche
Alice Corbetta
Pubblicato il 26/04/2018
Ultimo aggiornamento: 22/10/2018 alle 16:55
Che ci piaccia o no, ormai da qualche anno la tecnologia sta entrando a far parte della vita di tutti noi, ma soprattutto sta diventando parte di nuovi ambiti e luoghi, dove prima addirittura era vietata. Un esempio rilevante, anche per la portata della discussione che ha acceso, è sicuramente quello della scuola.
In questo contesto vorrei andare oltre al dibattito che si è scatenato da quando il MIUR ha scelto di includere lo smartphone come strumento didattico, ma guardare oggettivamente alla realtà che si è creata intorno. Tra chi pensa che la tecnologia tra le mura scolastiche sia un motivo di distrazione, chi la vede come una possibilità lontana e chi preferisce ancora i metodi tradizionali, c’è qualcuno che già si è attivato a sperimentare nuove applicazioni e strumenti che possano coinvolgere al massimo i propri studenti e renderli partecipi tramite una realtà che conoscono molto bene.
Dopo aver portato a termine una ricerca sulle applicazioni per smartphone a scopo didattico, adottate sia dagli insegnanti sia dagli studenti, possiamo distinguerne tre tipologie in base alle loro funzionalità:
- gestione della classe: condivisione dei contenuti, dialogo tra insegnanti-alunni-genitori, comunicazioni, ecc;
- creazione di contenuti, narrazioni multimediali, mappe concettuali;
- giochi e attività interattive per esercitarsi in alcune discipline (soprattutto quelle scientifiche).
Dalla ricerca è emerso che l’iter che porta i singoli docenti a utilizzare degli strumenti alternativi, inizia principalmente tramite passa parola. Le reti di conoscenze più o meno virtuali, tra cui i social networks, sono, infatti, la principale fonte di informazione: diventano vere e proprie vetrine dove esporre le ultime novità, far conoscere le app più valide, chiedere consigli e confrontarsi.
Le applicazioni sono tante e continuano a crescere soprattutto grazie alle piattaforme di crowdfunding, che sono un’ottima risorsa per insegnanti o piccole realtà che vogliono creare il proprio strumento digitale. Molte di queste campagne hanno raggiunto il budget prefissato, dimostrando un grande interesse vero l’argomento: sembrano soddisfare una richiesta di innovazione che oggi è necessaria per stare al passo con i tempi e per creare coinvolgimento e interazione con i giovani.
È forse anche in risposta a questa domanda che arriva in Italia, per la sua seconda edizione, Fiera Didacta: la più grande fiera sul mondo della scuola. Dal 18 al 20 ottobre 2018 Firenze offrirà l’occasione di confrontarsi, esplorare e discutere il tema dell’innovazione scolastica, dove quindi la tecnologia e il digitale svolgono un ruolo di primo piano.
Sembra evidente che la tecnologia si muova indipendentemente da tutti i dibattiti e le discussioni che crea. Alla luce di questi dati, non dovremmo chiederci se il digitale svolgerà un ruolo da protagonista anche in ambito scolastico, ma quando lo farà!