I dubbi dei consumatori italiani sulla Smart Home
Vanda Lombardi
Pubblicato il 06/05/2018
Ultimo aggiornamento: 25/06/2019 alle 15:58
La notizia è interessante: una ricerca DOXA dedicata al tema della Smart Home (in collaborazione con Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano), ovvero sullo sviluppo e l’offerta di soluzioni intelligenti e digitali per la Casa; proposte che vanno dagli allarmi, agli elettrodomestici da gestire con lo smartphone fino ad arrivare a sistemi integrati, semmai collegati ad assistenti digitali come quelli di Google, Apple ed Amazon.
Il dato di partenza è che si stratta di un mercato importante (stima 250 milioni di Euro) ed in crescita (+35%) ma leggendo tra le righe dei dati riportati, si intuisce che la maggior parte di coloro che hanno un oggetto “smart” sono coloro che hanno fatto installare nuovi allarmi intelligenti, non a caso la maggior parte si è rivolta ad un installatore. Del resto la ricerca stessa sottolinea come i consumatori italiani abbiano ancora diverse riserve sul tema o, meglio, siano ancora poco informati su cosa significhi una smart home. L’idea che in Casa ci sia un nuovo e diverso impianto, al pari di quello idraulico ed elettrico, che ha una finalità ovviamente più ampia e che - di fatto - imponga un nuovo modo di gestire la casa, mi sembra ancora lontano dalle prospettive dei nostri concittadini.
Certamente, come rileva anche DOXA e Politecnico, una spinta arriva dalle esigenze e volontà di sostenibilità ambientale. Non a caso per ora, dopo gli allarmi, la fanno da padrone le caldaie e i sistemi di condizionamento intelligenti, apparati che possono far risparmiare e che riducono l’inquinamento e utilizzano più efficacemente le risorse.
Potenzialmente i modelli di smart home possono fare molto perché l’abitare diventi più sostenibile e più vicino allo stile di vita del la trasformazione digitale ci sta imponendo (basti pensare a come il lavoro sia entrando sempre di più nelle case delle persone) ma questo è un cambiamento molto forte nella cultura popolare italiana e non è irragionevole pensare ad un percorso lento in tal senso.