Intervista a Giorgio Alleva, Professore ordinario di Statistica, Università Sapienza di Roma
Redazione Open Innovation
Pubblicato il 23/10/2020
Ultimo aggiornamento: 28/10/2020 alle 12:21
23 ottobre 2020
La nostra quotidianità è da mesi scandita da numeri sul Covid-19. Eppure ancora oggi ci mancano quelli di cui avremmo veramente bisogno per un quadro chiaro della diffusione e dell’evoluzione del contagio in Italia.
Servono poi diverse cifre, da valutare nel complesso e non più in modo slegato tra loro. Per poter per decidere di azioni restrittive sui territori - tra coprifuoco e lockdown - in modo mirato e non generalizzato, grazie a “mappe del rischio” che oggi appunto ancora non abbiamo.
Questo spiega in modo chiaro Giorgio Alleva, già presidente dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) tra il 2014 e il 2018, Professore ordinario di Statistica e Direttore del Dipartimento di Metodi e modelli per l’economia, il territorio e la finanza (MEMOTEF) alla Facoltà di Economia dell’Università Sapienza di Roma.
In questa intervista, Alleva propone tamponi obbligatori su campioni statistici.
Quindi ci ricorda la centralità dei Big Data, in situazioni eccezionali come quella della pandemia ma più in generale in ogni campo, con diversi esempi. In particolare per la Pubblica Amministrazione, che ora tra l’altro ha davanti a sè “un’occasione straordinaria” offerta dall’adozione dello Smart Working.
Tra i campi di attività del professor Alleva ci sono la progettazione di indagini e metodi di campionamento per statistiche ufficiali destinate a ricercatori e decisori pubblici, con l’integrazione di diverse fonti di dati, e statistiche sperimentali derivanti dall’utilizzo di Big Data.
Nel 2017 Giorgio Alleva ha vinto il Premio nazionale di divulgazione scientifica dell’Associazione italiana del libro con “Generazioni. Le italiane e gli italiani di oggi attraverso le statistiche” (Donzelli Editore).
Ha coordinato studi, progetti di ricerca e gruppi di lavoro su incarico di Ministeri, enti di ricerca come ASI e CNR, Amministrazioni pubbliche.
A livello internazionale è stato coordinatore di progetti di Commissione Europea, FAO, Banca Mondiale e OCSE.
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