Intervista a Silvio Garattini, fondatore e presidente Istituto Mario Negri
Redazione Open Innovation
Pubblicato il 19/11/2020
Ultimo aggiornamento: 19/11/2020 alle 15:53
19 novembre 2020
Il vaccino contro il Covid-19 arriverà, mai i tempi non sono quelli ipotizzati ad esempio dopo l’annuncio della Pfizer di un proprio farmaco “efficace al 90%”. E le difficoltà per somministrarlo al maggior numero possibile di persone sono molte.
Dopo quello della Pfizer è arrivato l’annuncio della statunitense Moderna (il cui farmaco sarebbe efficace “al 94,5%). Ultima in ordine di tempo la dichiarazione del 19 novembre della cordata Università di Oxford-Irbm-Astrazeneca: secondo i risultati della fase 2 della sperimentazione pubblicati su Lancet, il loro vaccino sarebbe ben tollerato anche negli anziani, con una protezione immunitaria simile a quella vista nei giovani adulti.
Su un eventale vaccino restano però da sciogliere molti nodi. A elencarli con precisione in questa intervista il professor Silvio Garattini, fondatore e presidente di un centro di eccellenza quale è l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, con sede a Milano e Bergamo.
Membro del Consiglio Superiore di Sanità e del Comitato Nazionale di Bioetica, insignito tra gli altri del Premio della Società Italiana di Chimica “Giulio Natta” e della Legion d'Onore della Repubblica Francese per meriti scientifici, Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, il professor Garattini spiega perché mascherine e igiene dovranno accompagnarci ancora per molti mesi. E perché, per superare l’impatto della pandemia in Italia, occorra anche una “rivoluzione culturale” che metta la prevenzione al primo posto.
Il professore sollecita poi cambiamenti netti sul fronte della ricerca scientifica, di cui la pandemia ha evidenziato la fondamentale importanza: va considerata “un investimento e non un costo” e sostenuta anche da una nuova gestione, ad esempio con “un’agenzia unica” per le risorse ministeriali sul tema.
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